È una levata di scudi quella dei teramani contro l’ormai prossimo aumento dei pedaggi autostradali del 9% effettuato da Strada dei Parchi (di proprietà Toto), la società gestrice del tratto A24 e A25, che va ad intaccare la già debilitata economia locale. Un ritocco verso l'alto che avrà effetto a partire dal primo gennaio del 2015 (e che segue quello dell'inizio di quest'anno) e che vede la netta protesta di politica, associazioni ed enti locali. Ne faranno la spesa soprattutto i pendolari dell'entroterra teramano che viste le condizioni allo stremo dell'economia locale sono costretti a viaggiare per recarsi sul posto di lavoro. L'intervento del ministro Lupi di febbraio scorso doveva favorirli (chi percorreva più di 50 km almeno 20 volte in un mese aveva diritto ad uno sconto del 20% solo però se usava il Telepass) «ma si è dimostrata una misura irrisoria e complessa - dichiara il consigliere regionale Sandro Mariani - ed oltretutto inapplicabile ed impercorribile perché fa perdere molto tempo per preparare la domanda».
Il presidente della Provincia, Renzo Di Sabatino, anche se dice di non conoscere a fondo i motivi economici che ha spinto la società ad applicare l'aumento si oppone fermamente ad esso anzi lo vuole «scongiurare»: «In tempi di accorpamento perché tra Chieti e Pescara il pedaggio non si paga mentre tra Teramo e L'Aquila è in costante aumento, farò di tutto per evitarlo».
La misura della Toto è considerata ben superiore al tetto dell'1,5 imposto da Lupi. Il sindaco Brucchi tuona rilanciando le dichiarazioni del collega dell’Aquila, Cialente: «Sono disponibile a scendere in campo assieme a lui perché in un territorio dove la mobilità su ferro non è sviluppata l'autostrada diventa fondamentale: e poi l'aumento in due anni del 19% è insostenibile e non lo trovo giustificato da una società che ha fatto solo manutenzione e nient'altro, senza alcun tipo di miglioramento».
A Brucchi, si unisce Sandro Mariani, che riconosce i costi degli investimenti del gestore, nonché la difficoltà della manutenzione «ma non possiamo rimanere inermi di fronte ai cittadini, che quotidianamente subiscono un vero e proprio salasso per arrivare al posto di lavoro o di studio». E propone che una parte delle royalty, versate dal gestore allo Stato, venga utilizzata per calmierare il costo. «In altre regioni d'Italia- conclude Mariani - gli oneri statali della gestione autostradale, vengono interamente riversati nel territorio di competenza. In Abruzzo non abbiamo mai visto un centesimo».
Dal suo punto di vista, l'ad della Strada dei Parchi, Cesare Ramadori, sostiene che l’aumento è dovuto al calo del traffico del 20% e fa intendere che ogni anno si formano gli aumenti in base ai loro investimenti fatti (anche riferite alle complanari di Roma) e in base all'inflazione programmata e manutenzione, nonché ai lavori perfino di scavi archeologici. In più calano in transiti: meno 20% secondo Strada dei Parchi».