L’AQUILA È rivolta tra i sindaci dei comuni tagliati dalle «highway» dopo gli ennesimi aumenti dei pedaggi sull’Autostrada dei Parchi, A24 e A25: «Sono una vergogna, è ora di dire basta» sbotta furente, e non è il solo, il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, pronto a fare lobby con i colleghi e a chiedere un calmiere da parte del ministero dei Trasporti.
Il sindaco Cialente, però, questa volta non ha nessuna intenzione e nei prossimi giorni annuncia di voler incontrare i sindaci di Teramo, Maurizio Brucchi, di Pescara, Marco Alessandrini, di Avezzano, Giovanni Di Pangrazio, e altri primi cittadini che continuano a subire i continui aumenti dei pedaggi. L’anno scorso l’aumento fu infatti dell’8,25 per cento, il doppio della media nazionale. E in 10 anni i pedaggi sono quasi triplicati.
«Gli aumenti penalizzano fortemente l’economia dei territori serviti da questa autostrada - sottolinea Cialente - Noi sindaci stiamo facendo immensi sforzi per attrarre aziende, per creare le condizioni che vengano a investire e creare posti di lavoro di cui c’è disperato bisogno. Ma tra le prima cose nel valutare l’investimento un’azienda guarda anche il costo dei trasporti, che sono fortemente influenzati dal costo dei pedaggi».
Per non parlare dei disagi dei tanti pendolari che devono muoversi dall’Abruzzo alla Roma. Del resto, ragiona l’amministratore, «l’autostrada è stata costruita con i soldi dei cittadini e dei contribuenti, Strada dei Parchi è solo la società concessionaria, e allora lo Stato italiano, nel prolungare la concessione, deve imporre una politica dei prezzi, altrimenti l’A24 diventa un’autostrada privata, la cessione si trasforma in un comodato d’uso, e questo è inaccettabile. Noi per raggiungere la Capitale non abbiamo alternative, non c’è una linea ferroviaria, possiamo prendere solo l’autostrada, e questa è una ragione in più per imporre al governo di bloccare questi aumenti».