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Data: 27/12/2014
Testata giornalistica: Il Centro
Centro turistico, saltano gli stipendi di dicembre. De Santis: la privatizzazione è l’unica via d’uscita, ma va sanato il debito.

L’AQUILA È appeso alla riapertura degli impianti sciistici lo stipendio di dicembre dei lavoratori del Centro turistico del Gran Sasso, perché senza neve non c’è giro di fatturato. Ancora senza via d’uscita, dunque, la crisi dell’azienda che gestisce gli impianti di Campo Imperatore, senza liquidità per pagare i 29 dipendenti (quattro dei quali entro febbraio saranno riassorbiti dalla Gran Sasso acqua). Si sta verificando la stessa situazione di un paio di mesi fa, quando i lavoratori sono rimasti per 60 giorni senza pagamento e soltanto l'intervento tampone del Comune (che ha anticipato 80mila euro) e una fideiussione firmata dal Centro turistico ha permesso di pagare le mensilità di ottobre e novembre. Somme che, comunque, saranno poi riversate dalla Regione nelle casse del Comune. La bufera di neve è imperversata per tutta la giornata di ieri, impedendo di preparare le piste per la riapertura in questa stagione invernale «nera» per gli operatori turistici della zona e per il Ctgs. Già oggi la situazione dovrebbe migliorare, ma nemmeno la riapertura degli impianti, dopo aver perso i giorni più importanti di questo mese (dal ponte dell’Immacolata fino a quelli delle festività natalizie), salverà lo stipendio di dicembre. E resta difficile, dal punto di vista economico, anche la gestione del mese di gennaio. A questo punto, l’unica risposta alla crisi potrebbe arrivare dalla privatizzazione del Centro turistico del Gran Sasso, finora solo annunciata. Invitalia, inizialmente disponibile a prendere un ramo della futura azienda entrando nel capitale sociale, si è, infine, impegnata solo a elaborare il bando di gara europeo che sarà pubblicato entro il 30 aprile. Ma la situazione è critica, in quanto gli imprenditori abruzzesi della neve che guardano con interesse al «boccone» degli impianti di Campo Imperatore sono disponibili a mettersi in gioco «solo se viene eliminato il debito dell’azienda», spiega l’assessore Lelio De Santis. Non solo. «Gli imprenditori chiedono la riduzione del personale, ritenuto eccessivo. Il Comune non può ripianare all’infinito», aggiunge De Santis. «Serve un piano di rilancio serio e lungimirante». Piano che si spera arrivi con il bando di gara per la gestione degli impianti e delle strutture ricettive. «Stiamo lavorando al piano industriale», spiega l’amministratore unico del Ctgs, Umberto Beomonte Zobel, «e per decidere se la gestione dovrà essere di 10 o 20 anni».

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