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Data: 27/12/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Inps, Boeri nuovo presidente. Il premier Renzi ha scelto l’economista per cambiare passo

ROMA Blitz all’Inps. Alla presidenza dell'istituto arriva infatti l'economista Tito Boeri che, a sorpresa, esce dal cilindro del premier Matteo Renzi subito dopo la riunione del Consiglio dei ministri di Natale. Un economista specializzato in lavoro e previdenza siede così sulla poltrona che era prima di Antonio Mastrapasqua, dando nuovamente una guida all'Inps che era stata affidata al commissario Tiziano Treu. Per l'Istituto potrebbe essere una piccola rivoluzione. Con una sicurezza: tutto partirà da una maggiore informazione che arriverà con la cosiddetta «busta arancione». Servirà a sapere quanti contributi si è versato e quale pensione ci attende. È questo un cavallo di battaglia di Boeri, che spesso nel recente passato ha preso posizioni critiche sulle scelte fatte dai diversi governi. Ha polemizzato, ad esempio, sulla riforma Fornero proponendo delle ricette che avrebbero evitato di creare un plotone di esodati.
LE CRITICHE

Ma non è stato tenero nemmeno con il governo Renzi, spiegando - in un decalogo critico - perchè è sbagliato mettere il Tfr in busta paga, una norma questa fortemente voluta dall'attuale premier. «È una grande sfida, un grande impegno», dice Tito Boeri parlando del nuovo incarico. «L'Inps - ammette - è un'istituzione molto importante per il Paese, soprattutto alla luce dell'andamento demografico. Ed è una grande responsabilità, farò di tutto per riuscire a portare a termine questo difficile compito». E ribadisce: «Mi sento molto responsabilizzato». Boeri ha dalla sua un curriculum d'eccellenza. Milanese, classe 1958, è professore ordinario all'Università Bocconi (dove si è anche laureato), direttore della Fondazione Rodolfo Debenedetti e responsabile scientifico del Festival dell'economia di Trento. Vanta un dottorato in Economia alla New York University e un'esperienza di dieci anni, da senior economist, all'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse). È stato anche consulente del Fmi, della Banca Mondiale, della Commissione europea e dell'Ufficio Internazionale del Lavoro.
Le sue idee è possibile trovarle soprattutto sul sito lavoce.info, tramite il quale ha lanciato la campagna per la «busta arancione» e ha messo in risalto il meccanismo costoso dello scatto automatico di livello previsto per i vice-comandanti dei carabinieri prima che vadano in pensione. Ma la sua proposta più recente - che mette il dito nella piaga del conflitto tra generazioni che l'attuale sistema previdenziale sta creando - è quella di un «contributo di solidarietà» su quella parte delle «vecchie» pensioni che non è giustificata dai contributi versati. È un modo più articolato per colpire le pensioni d'oro, aggirando il divieto della Consulta. Riguarderebbe infatti solo il 10 per cento dei pensionati sopra i 2.000 euro (che però rappresentano il 27% dell'importo totale erogato) e prevedrebbe un prelievo progressivo - ha calcolato insieme agli economisti Fabrizio e Stefano Patriarca - che alla fine raccoglierebbe tra il 7 e il 10% dell'importo di queste pensioni. Il gettito totale sarebbe di 4,2 miliardi e potrebbe essere usato per dare equità ad un sistema ora sbilanciato in favore di chi è già in pensione.
«La nomina di Boeri è molto positiva per chi, come noi di Scelta Civica, chiede un contributo di solidarietà sulle pensioni di importo elevato, relativamente alla parte che risultasse non coperta dai contributi effettivamente versati, così da finanziare interventi a favore delle pensioni più basse», ha scritto il sottosegretario all'Economia Enrico Zanetti. L’auspicio è che non si tratti della solita gestione professorale, di cui si è avuta recente esperienza anche con il governo Monti.

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