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Data: 28/12/2014
Testata giornalistica: La Stampa
Privatizzazioni, Renzi accelera per onorare gli impegni con l’Ue. Prime quote di Eni ed Enel, poi Poste e Ferrovie. Dossier in mano ad Andrea Guerra

Non c’è solo la rivendicazione di quanto fatto su Ilva, lavoro, fisco; o l’indicazione che cambiare verso alla giustizia amministrativa, «è una delle priorità del 2015», come segnala il premier nel suo scambio di tweet ieri di buon mattino con i suoi followers. Tra i vari fronti aperti infatti c’è anche un lavoro sottotraccia, non sbandierato, a cui Renzi attribuisce la massima importanza, per i riflessi positivi che potrà innescare in termini di immagine e di sostanza: quello sul dossier privatizzazioni. Cruciale anche in vista del confronto finale con l’Europa che a marzo dovrà dare il suo giudizio sui conti pubblici italiani.

A Palazzo Chigi se ne sta occupando in questi giorni l’ex ad di Luxottica Andrea Guerra, ora superconsulente economico del premier, in raccordo con l’Economia. Con l’input preciso di accelerare i tempi. Per mettere sul mercato, come già preannunciato, quote di asset fondamentali come Eni ed Enel, in piccole percentuali, ma di alto valore in termini assoluti. E a seguire, le operazioni che riguardano Poste e Ferrovie, che richiedono però passaggi intermedi. Gli impegni assunti nel documento di Economia e Finanza, il testo ufficiale cui fa riferimento Bruxelles, parlano chiaro: l’Italia deve mettere sul mercato quote pari allo 0,7% del pil ogni anno e per tre anni consecutivi. Dunque il premier intende dare un segnale al più presto, per ottenere un rimbalzo positivo anche sul Pil entro l’estate. Se l’Ocse stima una crescita nel 2015 molto debole dello 0,2%, vuol dire che va messo in conto in ragione d’anno almeno un trimestre negativo e quindi è meglio sbrigarsi.



«Vogliamo recuperare pienamente gli obiettivi non centrati nel 2014», conferma il viceministro dell’Economia, Enrico Morando. Per questo sono state inserite nella legge di stabilità norme per favorire il processo di ristrutturazione di Poste, necessario a migliorare il servizio e a valorizzare l’asset per andare sul mercato con le migliori condizioni. Sempre mantenendo il 51% in mano allo Stato. «Le quote di Eni ed Enel possono essere vendute valutando la situazione di mercato senza vincoli di tempo, quelle di Poste e Ferrovie sono più complesse e si stanno studiando analoghi esempi europei».



Insomma, è un lavoro in fase avanzata, anche per influenzare i dati positivi di percezione sul pil, perché le privatizzazioni, oltre a incidere sulla riduzione in percentuale dello stock di debito pubblico, hanno un impatto positivo sulla capacità di attrarre investimenti, visto che ci si rivolgerà molto all’estero. «Noi abbiamo preso l’impegno a correre più veloci su tutti i versanti, lavoro, giustizia e anche sulle privatizzazioni. Dobbiamo essere molto rapidi per dare la sensazione di un paese che, malgrado i numeri ancora non buoni sul pil, va veloce dimostrando una grande capacità di riforme», dice Morando.



E siccome a Palazzo Chigi assicurano che in realtà di andare ad elezioni nel 2015 non ci pensa nessuno, lo sforzo è provare ad attivare un circolo virtuoso di ottimizzazione del consenso attraverso i risultati di governo. Con un occhio di lungo periodo. Considerando che i sondaggi riservati segnalano che tutto il consenso piovuto su Salvini denota soprattutto una domanda di politica nel campo del centrodestra che va al di là della figura del leader della Lega. Il calo di consenso subito dal premier negli ultimi tre mesi denota una capacità di attrazione meno trasversale: si consolida nel campo di centrosinistra, dove Renzi resta dominus e il Pd sempre molto forte. Quindi bisogna muoversi in prospettiva, sapendo che quando sarà il momento, la sfida tra i blocchi si giocherà sui risultati raggiunti, specie in campo economico.

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