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Data: 28/12/2014
Testata giornalistica: AbruzzoWeb
Gerardis, la linea dura di lady regione: «Testa bassa e dirigenti tutti a lavoro». Parla il nuovo direttore generale dell'ente, «Basta con l'inerzia»

L’AQUILA - “Testa a cuocere, si lavora e basta: sono una secchiona”.

Sorride ma non scherza, Cristina Gerardis, avvocato dello Stato, nuovo direttore generale della Regione Abruzzo, descrivendosi in poche parole di pietra.

Genovese di nascita, ma romana d’adozione, 42 anni compiuti una ventina di giorni fa, è da poco reduce dalla ‘beffa’, almeno per la parte che lei rappresentava, della sentenza sulla discarica dei veleni di Bussi, e ora è pronta a tuffarsi a capofitto in questa nuova avventura.

Dopo aver firmato il contratto in una pausa delle convulse sedute di Consiglio sull’approvazione del bilancio, è pronta a mettere mano alla straordinariamente complessa ‘sala macchine’ dell’ente.

Smentisce la ‘folgorazione’ del governatore, Luciano D’Alfonso, che l’avrebbe prescelta proprio in aula giudiziaria per il caso Bussi, nega la venatura sessista di alcune critiche che l’hanno già bersagliata e che, comunque, rimanda al mittente: “Chi meglio di un avvocato dello Stato, che si occupa di patologie dell’amministrazione, può farla funzionare in positivo?”.

AbruzzoWeb l’ha intervistata per conoscere meglio la nuova inquilina dei piani alti di palazzo Silone.

Che sensazioni ha sapendo di dover guidare la Regione Abruzzo?

Sicuramente sono consapevole di quello che significa e, quindi, la vivo con grande serietà, ma anche con curiosità perché è un’esperienza nuova. Nello stesso tempo ho tanto entusiasmo, e ho comunque trovato un ambiente molto positivo già dal primo giorno e un atteggiamento di grande collaborazione.

Uno dei suoi poteri più incisivi sarà la possibilità di sostituirsi a un capo dipartimento quando una pratica viaggia troppo lenta. Ha già pensato quanto e come intende esercitarlo?

È una modalità organizzativa che serve per evitare che l’inerzia o il grave ritardo da parte di un dirigente possa incidere negativamente. Non viene interpretato come una forma di autorità prepotente, ma sempre nel contesto di un costante coordinamento. Insomma, è la extrema ratio ma è giusto che ci sia. L’inerzia non passa inosservata e priva di conseguenze, lo userò con la giusta prudenza, che non vuole dire lentezza.

L’opposizione ne ha approfittato per lanciare una bordata a D’Alfonso: nominiamo un avvocato, un’inesperta.

Il punto è che comunque chi ha una formazione come la mia conosce la pubblica amministrazione. Per un ruolo come questo credo sia importante garantire la legalità dell’azione amministrativa e chi, come un avvocato dello Stato, si è sempre occupato dell’aspetto patologico, può essere in grado di rendersi conto in positivo di che cosa deve fare l’amministrazione per attuare il principio di legalità. La mia formazione è diversa dal punto di vista professionale, ma credo che il mio bagaglio giuridico possa servire alla Regione.

Ci ha visto anche del sessismo in queste critiche, visto che in Consiglio ci sono solo due donne?

No. E nella mia vita professionale non ho mai avuto un trattamento deteriore per essere donna. Sono sciocchezze, quello che conta è lavorare bene.

Il suo ultimo atto, almeno per ora, da avvocato dello Stato sarà la causa civile nei confronti di Edison dopo la discussa sentenza di primo grado del processo sulla discarica dei veleni...

Sì quella è l’intenzione che ho manifestato e intendo perseguire. Tuttavia l’Avvocatura è un istituto quindi, non è che sono solo io, potrà proseguire l’azione civile contro il proprietario della mega discarica e di chiunque altro risulterà responsabile in sede civile. La bonifica del territorio è il minimo che si possa pretendere.

Come concilierà questa attività con il suo lavoro?

Sono fuori ruolo dalla mia amministrazione e questa attività sarà a tempo pieno, in linea generale. In particolarissimi casi si può richiedere di seguire una o due cause.

Come quella di Bussi?

Vedremo, valuterà l’avvocato generale.

Com’è nata l’idea di partecipare al bando?

Volevo verificare se fosse possibile fare un’esperienza diversa, non certo dall’insoddisfazione per il mio lavoro, che adoro. Nella formazione di un avvocato dello Stato, fare attività di tipo diverso e di così ampio respiro è utile anche per l’istituto stesso e per il futuro. Darò un apporto migliore.

Che cosa le ha chiesto D’Alfonso?

Non qualcosa in particolare. La figura del direttore generale è disegnata con determinate attribuzioni, quindi è una figura di supporto di tipo amministrativo al presidente, volta per volta si valutano le azioni.

È vera la storia che il presidente si è ‘infatuato’ professionalmente di lei al processo di Bussi?

Queste scelte non si fanno per infatuazione, lo escludo, anche conoscendo la razionalità e il livello del presidente della Regione. Compiti istituzionali non si attribuiscono a sentimenti.

Il cuore della sua attività almeno in avvio sarà il nuovo piano organizzativo. Quale sarà la cornice di questo provvedimento fondamentale?

Ne abbiamo parlato già, i princìpi sono quelli della valorizzazione delle competenze di ciascuno, della rotazione dei dirigenti, che non invento io, di creare il migliore spirito di collaborazione possibile.

Anche i capi dipartimento dovranno rivedere tutto il funzionamento dei loro settori.

Certo che lo devono fare, sarà la prima cosa, quando saranno incardinati. Esiste uno schema, poi ciascuno avrà una propria discrezionalità per riorganizzare il dipartimento. Auspico la massima collaborazione e scambio di posizioni e di notizie.

A proposito di settori. Con l’accorpamento sembrano prendere il volo praticamente tutti verso gli uffici degli assessorati di Pescara, è un problema?

Non l’ho percepito questo problema nel mio primo giorno, mi è stato invece evidenziato come la sede del mio lavoro sarà L’Aquila. A seconda delle esigenze, comunque, essendoci un’altra sede andrò anche a Pescara, ma faccio quello che serve.

I quadri della Regione anche nel recentissimo passati sono stati caratterizzati dal coinvolgimento in inchieste giudiziarie e perfino arresti, come si può arrestare questa tendenza?

La responsabilità penale è personale, dipende da come uno conduce la propria attività, non conosco specificamente i casi del passato. Mi porrò il problema di essere attenta a ogni atto che esce fuori da quel palazzo e che ricade nella mia responsabilità, ma lo farò serenamente. Presterò attenzione alle attività di tutti, predisponendo una struttura organizzativa quanto più efficiente possibile anche nel controllo di legalità.

Prenderà casa in Abruzzo?

No. Abito a Roma e ho bambini piccoli, la mia vita è legata a Roma, che è molto vicina: è più facile venire all’Aquila che spostarsi in un altro quartiere della Capitale. Comunque voglio essere presente, è un lavoro di grande responsabilità, sarò presente, ora questo è il mio lavoro e sono abituata a esserci.

Quando ci sarà il primo contatto con la sua squadra di capi dipartimento?

Quando sarà al completo, credo per i primi di gennaio potremo finalmente cominciare a lavorare.

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