PESCARA I padiglioni in ferro e cemento della Gtm evocano in Luciano D’Alfonso «l’atmosfera dell’Italia migliore», quella degli anni Sessanta, «dell’ambizione e della speranza», quando si cresceva a ritmi cinesi e i padri e le madri mettevano al mondo figli più fortunati. Eppure è dall’«austerità», dalla «rivoluzione ultranazionale» europea e dalle necessarie «riforme dei territori» che nasce, riflette D’Alfonso, questa azienda unica dei trasporti (forse si chiamerà “Tua”, acronimo di Trasporto Unico Abruzzese), votata ieri all’unanimità dai cda di Arpa, Sangritana e Gtm riuniti in seduta pubblica con i dipendenti nella sede della Gtm pescarese. «Evento felice», lo ha più volte definito Luciano D’Amico, presidente Arpa, la società che per effetto della fusione diventa capogruppo di «un piccolo impero» dei trasporti destinato nella «visione» dell’azionista, la Regione Abruzzo, a giocare un ruolo da protagonista nel panorama italiano. «Ora abbiamo i diritto all'ambizione», commenta soddisfatto il sottosegretario alla presidenza Camillo D’Alessandro. «Il piano strategico dimostra che l'azienda unica ha il futuro dentro. Ci candidiamo ad essere vettori per Marche e Molise con l'integrazione ferro-gomma che solo noi possiamo garantire». I numeri sono importanti. La nuova società avrà circa 2000 dipendenti, considerando tutte le partecipate, un capitale sociale di 78 milioni, ricavi per 140 milioni, circa mille mezzi in attività su strada e ferrovia. Sarà il settimo o ottavo vettore nel panorama nazionale. «Non una sommatoria di numeri», rileva Pasquale Di Nardo, presidente della Sangritana, «ma di professionalità e storia», necessarie ad affrontare «anni sfidanti», aggiunge il presidente della Gtm Michele Russo. Il passaggio dalle tre società a quella unica avverrà dal 1° gennaio, ma sarà formalizzata alla fine di aprile dopo una serie di passaggi obbligati: il voto in Consiglio regionale, i 60 giorni di tempo per le osservazioni, infine la deliberazione delle assemblee straordinarie. Un riconoscimento obbligato è arrivato da tutti ai sindacati, che hanno gestito «con responsabilità», sottolinea D’Alfonso, una vertenza non facile. Ieri D’Amico ha escluso esuberi (anzi in alcuni settori la nuova società dovrà assumere), ma certamente si apre per i dipendenti il problema dell’armonizzazione dei contratti, soprattutto nella parte normativa (meno complessa sembra quella economica). E per le società si apre la questione dei rimborsi chilometrici, troppo differenti. Inizia dunque una «lunga marcia», come dice D’Amico citando uno spaesato Mao. Ma sarà anche una marcia destinata a contagiare altri settori della Regione. Lo chiarisce D’Alfonso quando annunciache presto metterà mano alle società di servizi alle imprese; un «presepe plurale di società», dalla Fira in giù per intenderci, «il cui numero neanche ricordo». Il motto scelto da D’Alfonso è «andare oltre la paura. Ma noi non ne abbiamo mai avuta», dice abbattendo simbolicamente il muro che divide Gtm da Arpa.