«Mercoledì 24 dicembre c’è stata la partita del Pescara allo stadio Adriatico Cornacchia iniziava. Un cittadino in carrozzina di Montesilvano appassionato di sport, non avendo la patente e non potendo permettersi un’auto, ha deciso insieme ad una sua parente, di prendere un autobus. Verso le 13,45 si reca alla fermata di via Vestina. L’autobus arriva, ma la pedana per far salire le persone con la carrozzina non funzionava. Molti cittadini si sono offerti di sollevare la carrozzina per farla salire, ma era troppo pericoloso e la carrozzina è rimasta alla fermata. Non essendoci linea diretta per lo stadio il tifoso disabile ha preso l’autobus successivo ed è sceso a Pescara per prendere una coincidenza. A Pescara però, il tifoso disabile non è potuto salire perché l’autista aveva segnalato che il bus era affollato. Vero, ma le persone dalle gambe sane avevano occupato il posto per le persone disabili. Per questo il tifoso e la sua accompagnatrice hanno dovuto aspettare ancora. Sono arrivati allo stadio Adriatico nei minuti di recupero, con circa due ore di ritardo.
«Questo non è un fatto isolato! Quel tifoso disabile ha il diritto come tutti di assistere ad uno spettacolo. Ma questo succede anche quando un cittadino disabile deve recarsi per una visita medica importante. Pedane che non funzionano, barriere architettoniche, automobili parcheggiate nei pressi delle fermate, autisti non sempre collaborativi. Non è più possibile questa discriminazione, è necessario che la Gtm, o la futura società unica, trovi soluzioni per far rispettare le normative e la convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. La qualità dei servizi passa anche attraverso il rispetto dei diritti umani. La battaglia delle Carrozzine determinate non finisce qui, chiederemo un incontro all’assessore ai trasporti».

(*) Presidente associazione Carrozzine determinate