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Data: 30/12/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
La Procura chiede il processo per Chiodi, Baraldi e Venturoni

PESCARA I magistrati della Procura di Pescara, Giampiero Di Florio e Giuseppe Bellelli, firmano la richiesta di processo per l'ex governatore d'Abruzzo, Gianni Chiodi. L'inchiesta è quella sui tetti di spesa delle cliniche private per l'anno 2010, che vede coinvolti, oltre a Chiodi, nella sua qualità di commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario della Regione Abruzzo, anche il sub commissario dell'epoca, Giovanna Baraldi, l'ex assessore regionale alla Sanità, Lanfranco Venturoni, e due tecnici dell'Agenas, l'agenzia nazionale per i servizi regionali che collaborarono con la Baraldi, Francesco Nicotra e Lorenzo Venturini.
Falso, violenza privata e abuso d'ufficio sono i reati dai quali dovranno difendersi, a vario titolo, gli indagati. I più gravati, stando ai capi di imputazione, sono Chiodi e Baraldi, seguiti da Venturoni (che risponde soltanto di violenza privata) e dai due tecnici accusati di concorso in abuso d'ufficio.
Chiodi e Baraldi avrebbero attestato falsamente, nelle premesse della delibera incriminata (n. 14 del 18 febbraio 2010), che i tetti individuali di spesa attribuiti ai singoli erogatori accreditati, e cioè Luigi Pierangeli, Lorenzo Spatocco, Concetta Petruzzi, Enrico Vittorini e Di Lorenzo, «erano stati determinati valorizzando le prestazioni nel rispetto delle tariffe stabilite con la deliberazione n. 40 dell'11 giugno 2009, laddove in realtà tali tetti erano stati scientemente "costruiti" utilizzando un criterio di valorizzazione medio tenuto celato agli operatori privati e non approvato da alcun provvedimento integrativo o modificativo della predetta deliberazione».
OSTRUZIONISMO
Per costringere i titolari delle cliniche a sottoscrivere quei contratti (da qui la violenza privata contestata anche all'ex assessore alla Sanità Venturoni) avrebbero tenuto un «generale atteggiamento ostruzionistico volto a non fornire i dati per poter procedere all'attuazione della metodologia utilizzata per realizzare i tetti di spesa e a "congelare" la procedura dei pagamenti dei crediti pregressi ordinari ovvero a sbloccarli in cambio della firma del contratto per l'anno 2010».
Secondo l'accusa, i legali rappresentanti delle case di cura private, per «evitare di subire pregiudizi gravi e irreparabili ed un tracollo finanziario determinato dal blocco dei pagamenti da parte delle Asl di Pescara e Chieti perdurante da lungo tempo ed intenzionalmente protratto (Spatocco doveva incassare 30 milioni di euro e Pierangeli 40), venivano costretti a sottoscrivere i rispettivi contratti di prestazione».
VILLA PINI
L'abuso d'ufficio, contestato a Chiodi, Baraldi e ai due tecnici, è relativo invece al presunto vantaggio patrimoniale che avrebbero procurato a Villa Pini con la deliberazione del commissario ad acta n. 26 dell'8 aprile 2010, e con la successiva delibera n. 34 del 23 giugno 2010, con la quale «procedevano al riaccreditamento e alla contrattualizzazione di Villa Pini senza effettuare nessuna verifica a consuntivo dell'attività svolta negli esercizi precedenti».
A far partire l'inchiesta della Procura di Pescara erano state le denunce presentate dall'Aiop, l’associazione che riunisce gli imprenditori della sanità privata, e dalle singole case di cura private interessate, che sono parti offese insieme al presidente pro tempore della Regione Abruzzo.
INTERROGATO
L’ex governatore Chiodi, dopo l'avviso di conclusione delle indagini, certo di non avere responsabilità a riguardo, chiese di essere interrogato, ma nonostante le circa tre ore di domande e risposte davanti ai pubblici ministeri, la sua posizione per la Procura pescarese è rimasta immutata.

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