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Pescara, 24/11/2024
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30/12/2014
Il Centro
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Atene al voto anticipato, Borse in calo. A vuoto l’elezione del presidente della Repubblica, alle urne il 25 gennaio. Eurozona scossa per la paura di Syriza |
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ROMA Le larghe intese in salsa greca non riescono a far eleggere il nuovo presidente della Repubblica. Stavros Dimas, di Nea Demokratia, partito del premier Samaras, alla terza e ultima votazione non ha raggiunto il quorum necessario dei voti necessari per l’elezione. La Grecia andrà così al voto anticipato il 25 gennaio. Con buone possibilità di vittoria per Syriza, la coalizione di forze di sinistra guidate da Alexis Tsipras che ha posto al centro del suo programma la rinegoziazione del debito della Grecia e il ridimensionamento del potere della Troika (Ue, Bce e Fmi) sul Paese. Le prime reazioni del mondo finanziario e dell’azionista principale dell’Ue, la Germania, sono state di preoccupazione. La Borsa di Atene ha chiuso in ribasso registrando un -3,9%, ma durante la mattinata di ieri era crollata fino a perdere l’11%. La paura di Syriza è comunque durata poco: dopo un’iniziale pesante caduta, hanno chiuso in flessione solo i listini periferici di Milano (-1,15%), Madrid (-0,8%) e Lisbona (-0,7%) mentre Parigi ha segnato +0,51%, Francoforte +0,05% e Londra +0,36%. Il commissario europeo agli Affari economici, Pierre Moscovici ha scelto un profilo prudente limitandosi a rivolgere un appello agli elettori greci affinché sostengano le riforme. Il Fondo monetario internazionale dal suo canto ha sottolineato che la Grecia non si trova a far fronte a immediate necessità di finanziamento e che le trattative con le autorità greche riprenderanno una volta che il nuovo governo sarà in carica. Il governo di Angela Merkel - che della Grecia ha fatto un laboratorio sulle politiche di austerità e rigore - ritiene che lo scenario di nuove elezioni non cambierà gli impegni del prossimo esecutivo, che dovrà rispettare quanto pattuito dal governo uscente. E il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble prevede «difficoltà» se il nuovo governo si allontanerà dagli impegni concordati con l’Europa. Il premier conservatore uscente, Antonis Samaras, ha già detto che «non permetterà a nessuno di mettere a rischio la posizione della Grecia nell’Unione europea». Il riferimento è alla coalizione di Syriza indicata dai sondaggi in vantaggio. Alexis Tsipras non chiede l’uscita dall’Europa ma una rinegoziazione del debito. Il leader di sinistra festeggia e annuncia di voler fare sul serio: «Con la volontà del nostro popolo in pochi giorni gli accordi di austerità andranno in soffitta, la democrazia non può essere ricattata». Ciò che teme la Merkel è il saldarsi di un fronte anti-austerità in molti paesi europei dove movimenti politici, sociali e di opinione si stanno opponendo alle scelte di rigore finanziario tanto care alla cancelliera. Oltre alla Grecia anche in Spagna questo potrebbe accadere grazie all’avanzata impetuosa nei sondaggi del movimento Podemos, dichiaratamente di sinistra. Un asse Atene-Madrid anti austerità che potrebbe contagiare altri Paesi, come Francia e Italia retti da governi che, pur con distinguo, non mettono in discussione la linea di austerità della Troika. Ma il premier italiano Renzi è sicuro del contrario: «In Italia non ci sarà nessun contagio». Il fronte antiausterità si salda: non è un caso che il leader radicale spagnolo, Pablo Iglesias abbia twittato al suo omologo Alexis Tsipras gli auguri per il voto: «Il 2015 sarà l’anno del cambio in Spagna e in Europa, cominceremo in Grecia. Vamos Alexis». E subito dopo la risposta di Tsipras: «Vinceremo», scritto in spagnolo, inglese e greco.
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