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Data: 31/12/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Pensioni, a gennaio assegni più bassi. Congelate le date dei pagamenti. L’andamento lento dell’inflazione modifica la rivalutazione dei trattamenti ma da febbraio ci saranno nuovi aumenti

ROMA Inizio d’anno amaro per i pensionati italiani. L’inflazione più bassa del previsto avrà effetti sulla consueta rivalutazione degli assegni ed a gennaio l’Inps taglierà i trattamenti riducendo gli importi. I calcoli li ha fatti la Cgil osservando che l’andamento dei prezzi a fine 2014 (l’1,1% )è stato più basso rispetto alle previsione dell’1,2 sulla base della quale, l’anno scorso, era stato calcolata la consistenza delle pensioni. Il che vuol dire, in poche parole, che lo Stato rivuole indietro i soldi elargiti in eccesso riprendendosi quello 0,1% in meno di inflazione reale rispetto a quella prevista. «A gennaio pensioni più leggere» ha sintetizzato il sindacato di Corso Italia spiegando che «i pensionati dovranno restituire allo Stato una parte della rivalutazione del 2014». Per la Cgil una pensione minima (importo intorno ai 500 euro lordi) perderà 5,40 euro su dicembre 2014, mentre a una da 1.500 euro mancheranno 16,30 euro. La pessima sorpresa, però, avrà un effetto limitato al mese di gennaio perchè già a partire da febbraio la rivalutazione automatica prevista per il 2015 (calcolata sulla base di un’inflazione annua dello 0,3%) porterà nelle tasche di un pensionato con il trattamento al minimo 1,50 euro in più sul 2014 e tre euro di maggiorazione per una pensione da 1.500 euro. Insomma un piccolo recupero dopo la brutta sorpresa di inizio anno. Anche se bisognerà aspettare la fine di maggio per recuperare quanto perso a fine gennaio. In tema di pensioni, tuttavia, è arrivata almeno una schiarita sul «caos date» per i pagamenti. Ieri ancora la Cgil aveva ricordato come il «governo abbia rimesso mano al sistema di pagamento degli assegni previdenziali». Quindi, veniva spiegato in una nota, «quelli Inps saranno liquidati il primo del mese mentre quelli Inpdap il 16, così come è avvenuto fino ad oggi». Invece,veniva sottolineato, «novità riguardano invece i titolari di due o più pensioni e nello specifico quelle di reversibilità, invalidità civile e di rendite vitalizie per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. Queste saranno liquidate il 10 del mese».
IL CAOS DATE
Ma per la Cgil «la norma» contenuta nella legge di Stabilità, è «poco chiara e rischia di riguardare fino a 5 milioni di pensionati e non alcune centinaia di migliaia come dichiarato dal governo». Una confusione che aveva spinto la Cgil a chiedere al neo-presidente dell'Inps Tito Boeri di intervenire «per chiarire quanto prima e limitare il più possibile i disagi arrecati alla popolazione anziana». E la risposta dell’istituto è arrivata subito. Nel mese di gennaio non ci sarà nessuna novità sul calendario dei pagamenti delle pensioni» ha affermato una nota dell'Inps, in cui è stato ribadito che «gli assegni verranno liquidati come sempre il primo del mese e il 16 del mese». La questione si presenterà però nei mesi successivi, per cui occorrerà trovare «una soluzione» ha precisato l’istituto. Il quale ha spiegato che «il problema riguarda i soli pensionati che incassano più assegni legati a carriere sia nel settore pubblico che in quello privato». Per loro, stando alla legge di Stabilità, la data sarebbe il 10 del mese. Tuttavia l'Inps ha assicurato che «si farà di tutto per non introdurre una nuova scadenza di pagamento, che non sia il primo e il 16 del mese».
I TRATTAMENTI D’ORO
E sempre in tema previdenziale diventa ufficiale, con la pubblicazione della legge di Stabilità in Gazzetta ufficiale, il tetto alle pensioni d'oro, per evitare vantaggi impropri a chi ha l'assegno calcolato con il mix retributivo-contributivo. Il limite riguarderà principalmente assegni di quanti hanno potuto lavorare più a lungo, come medici, professori universitari, magistrati e grand commis. La regola vale anche per gli assegni già liquidati ma dal 2015. Si tratta di una sorta di correzionè alla legge Fornero e impedisce il cumulo di vantaggi derivanti dal sommarsi del retributivo al contributivo.

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