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Data: 03/01/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Statali Pronto il piano di Renzi: all’Inps i controlli sulle malattie

ROMA Dopo aver tentato con carabinieri, Guardia di finanza, procura della Repubblica, Giovanni Calabrese, sindaco di Locri, qualche mese fa non sapendo più a che santo votarsi per combattere l’assenteismo nel suo Comune, dove su 125 impiegati in organico non si presentavano al lavoro mai più di 25 al giorno, aveva provocatoriamente scritto una missiva direttamente all’Altissimo. Già allora il governo era intervenuto inviando gli ispettori del dipartimento della Funzione Pubblica, e qualche risultato è stato ottenuto, riducendo i tassi di assenza. Forte di questo precedente, ieri il ministro Marianna Madia ha attivato la stessa procedura per il caso clamoroso degli oltre 800 vigili urbani di Roma che nella notte di Capodanno si sono dati malati, chiedendo all’amministrazione comunale di verificare in tempi brevi le responsabilità, comunicando senza indugio le azioni disciplinari intraprese nei confronti di chi si è comportato in maniera «irresponsabile». Il ministro Madia ha promesso che andrà fino in fondo e ci saranno «sanzioni». Ma nel governo il caso Roma è considerato la classica goccia che rischia di far traboccare il vaso. Ieri Matteo Renzi in un tweet ha stigmatizzato l’accaduto. «Mai più casi come questo», ha cinguettato il premier, aggiungendo: «agiremo sul pubblico impiego». In che modo? Renzi avrebbe intenzione di chiamare in causa il neo presidente dell’Inps Tito Boeri. Tra il 2011 e il 2013, spiegano fonti di Palazzo Chigi, il numero complessivo dei certificati di malattia nel pubblico è cresciuto del 27 per cento, mentre nel settore privato è rimasto praticamente immutato. Nel pubblico le verifiche sui certificati sono affidate alle Asl, che ogni anno spendono in media 70 milioni di euro. Quasi il triplo dei 25 milioni che impiega l’Inps per effettuare i controlli sui certificati nel settore privato, riuscendo comunque a verificare, in termini numerici, circa il doppio dei certificati delle Asl. Insomma, secondo Palazzo Chigi affidando all’Inps anche i controlli nel pubblico si potrebbe ottenere una qualità migliore e qualche decina di milioni di euro di risparmi.
LE ALTRE MOSSE
Assegnare i controlli all’Istituto di previdenza, tuttavia, potrebbe essere solo la prima mossa. Come annunciato da Renzi, il passaggio successivo sarà rimettere mano alla delega per la riforma della Pubblica amministrazione. Ieri il ministro Madia ha spiegato che il tema del lavoro pubblico sarà affrontato in quel testo con «premi e sanzioni, con poche regole chiare». Nel provvedimento, tuttavia, all’articolo 13, è contenuto un comma che è sfuggito a molti ma che potrebbe costituire il grimaldello per scardinare il sistema delle inefficienze nel quale i «fannulloni» possono trovare terreno fertile. Con la riforma saranno abolite le piante organiche della Pa, quelle che assegnano ad ogni amministrazione un certo numero di dipendenti per il loro funzionamento. Saranno sostituite da una verifica dei fabbisogni effettivi di personale. Chi sarà considerato in esubero sarà messo «a disposizione» di altre amministrazioni attraverso il meccanismo della mobilità obbligatoria entro i 50 Km introdotta dal decreto Madia. Chi non sarà ricollocato, avrà due anni di stipendio all’80% e poi il rapporto di lavoro sarà sciolto. Presto saranno disponibili le tabelle di equiparazione su stipendi e qualifiche che permetteranno di far partire il meccanismo della mobilità. Semplificazioni, poi, arriveranno anche sui meccanismi introdotti dall’ex ministro Brunetta sui licenziamenti disciplinari.

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