Iscriviti OnLine
 

Pescara, 24/11/2024
Visitatore n. 740.940



Data: 03/01/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Gran Sasso e città diversa due obiettivi della giunta

Concretezza, efficienza e grinta sono le parole d’ordine per aprire la porta sul futuro della città, dopo aver scardinato i luoghi comuni e i ritardi del passato. Senza enfasi, ma con decisione, o si chiude con la politica di annunci e di promesse di un passato anche recente oppure si chiude e basta. O si capisce veramente che L’Aquila è una città con caratteristiche diverse rispetto all’Aquila del prima terremoto e anche dell’immediato post sisma oppure si vivrà da dissociati in una città che avanza più velocemente dei suoi cittadini. Si ha l’impressione che l’azione amministrativa arranchi e si perda dietro ai convenevoli di una politica facilona e miope, priva del necessario sguardo verso l’orizzonte lontano. Si ha l’impressione che manchino visione di insieme, pianificazione, un progetto unitario, la voglia di rilanciare l’azione amministrativa anche passando per il rinnovo di una giunta che mostra segnali di stanchezza e di inadeguatezza, qua e là, comunque in troppi.
Più grinta, più determinazione, più efficienza, più concretezza, sono non solo parole d’ordine di un 2015, guado tra le due rive del passato e del futuro, ma necessità del cammino della vita di una città che vuole mettersi a correre. La giunta deve cogliere le opportunità di una ricostruzione. C’è un sogno diverso, un new dream aquilano, ci vuole una classe politica che riesca a realizzare il sogno di una città individuando quattro o cinque operazioni per arrivare puntuali all’appuntamento con il futuro. I ricordi appesantiscono il cammino, sono un fardello che rallenta, vanno conservati perché hanno fatto la storia, ma di essi bisogna spogliarsi. Bisogna pensare al Gran Sasso, cosa rappresenta e cosa concretamente deve diventare, senza voli pindarici, e con decisione. Chiacchierare su leggi nazionali, invocare aiuti, annunciare a ripetizione visite di un premier, che evidentemente non ha voglia di venire e se venisse non cambierebbe nulla, in un “Aspettando Godot”, francamente stancante, è uno sport che Massimo Cialente deve abbandonare per dedicarsi con convinzione a rendere più efficiente, pronta e grintosa la sua squadra, apparsa imbelle e con poca qualità.

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it