È stata una vera e propria interruzione di pubblico servizio e dunque si andrà alla presentazione di una formale denuncia all’autorità giudiziaria. Lo hanno annunciato i responsabili del comitato salviamo la ferrovia Avezzano-Roccasecca dopo la chiusura nei giorni scorsi decisa da Trenitalia. «Sarebbe infatti bastato un minimo di buon senso per evitare questa incresciosa situazione e, a monte, per prevedere un piano di emergenza neve nel quale a circolare sia il mezzo meno soggetto ai rischi dei fenomeni nevosi, ovvero il treno» scrivono nel documento con il quale annunciano ufficialmente la decisione. «Sono sufficienti 20 centimetri di neve per bloccare una ferrovia e un intero territorio?». A una domanda di questo tipo, siamo tutti portati a rispondere: no, non è possibile, in un Paese come l’Italia, scrivono Rosaria Villa ed Emilio Cancelli, vice presidente e presidente del comitato, eppure lo scorso 31 dicembre quei venti centimetri di neve sono bastati a far scattare il piano neve di Rfi che, per la ferrovia Roccasecca-Avezzano, prevede la sospensione della circolazione ferroviaria e la sostituzione dei treni con autobus.
Disposizione, attuata a partire dalle 8.20 dell’ultimo giorno dell’anno, che da subito e anche agli stessi addetti ai lavori, è apparsa contraria a ogni logica: i treni infatti, che corrono su un binario, non sono soggetti ai rischi di uscita fuori strada dei mezzi su gomma e sono i più indicati a garantire il servizio pubblico di trasporto in caso di nevicate non ingenti (che, oltretutto, nella zona sono cessate sin dalla tarda mattinata).
E, infatti, Trenitalia non ha potuto sostituire i treni con gli autobus (circostanza ammessa dallo stesso gruppo Fs, «come imposto dal gestore della rete Rfi, a causa della presenza del ghiaccio sulle strade che, di fatto, non consentiva la circolazione in sicurezza degli automezzi sostitutivi». Non potevano mancare i paradossi. Anzitutto, il personale di condotta del treno R 7476 Cassino-Avezzano, partito regolarmente per giungere senza intoppi nel capoluogo della Marsica, è stato costretto a ricorrere a mezzi alternativi per poter far ritorno al deposito di appartenenza (Cassino). Inoltre nel resto dell’Abruzzo, come nel vicino Molise (colpito da nevicate ben più copiose), la circolazione ferroviaria è stata ridotta ma non sospesa e il personale è stato impiegato per ridurre al minimo le conseguenze dannose. Sulla vicenda il responsabile dell’ufficio stampa di Rfi ha testualmente risposto che «la neve ha impedito la circolazione. Abbiamo avuto difficoltà proprio su quella linea e sulla Pescara-Sulmona. Altrove tutto è filato liscio».