Si inasprisce la lotta ai furbetti dopo sanzioni e denunce alla Procura. I lavoratori: «E’ inaudito»
LANCIANO La direzione aziendale della Sevel ha scritto a venti dipendenti che hanno accumulato nei primi dieci mesi del 2014 «un rilevante numero di eventi e di giorni di assenza per malattia». Cumuli conteggiati sulla documentazione inviata dai lavoratori. Sevel considera i numeri e avverte: «Pur non contestando la validità di tali certificazioni, né la piena legittimità, alla luce delle vigenti disposizioni di legge, di tali assenze, riteniamo tuttavia utile segnalarle come questa situazione non può non avere rilevanti riflessi sulla continuità della sua prestazione lavorativa, e, quindi, su un suo proficuo utilizzo in base alle oggettive esigenze tecnico-organizzative dell'Azienda». E poi: «Dobbiamo altresì aggiungere che, perdurando una discontinuità nella prestazione lavorativa quale quella evidenziata, l'Azienda si riserva ulteriori e più approfondite valutazioni e decisioni in merito alla prosecuzione del suo rapporto di lavoro con la nostra società». Il concetto sembra chiaro: se continui ad ammalarti ti licenzio. «Una vera intimidazione» reagiscono i lavoratori.
«La Sevel - continuano i lavoratori - non contesta certificazioni e legittimità ma dice che anche con accertata malattia può cacciarci. Inaudito». Anche i sindacalisti evidenziano «La lettera è una evidente minaccia, ma se ci ammala vuol dire che in Sevel si lavora duro».
Il dibattito si inserisce in un contesto nazionale che Sevel ha anticipato da tempo. Con l’utilizzo di investigatori privati, sanzioni aziendali ed esposti alla Procura dove in alcuni casi si è giunti anche al processo. D’altra parte l’azienda si prepara ad affrontare uno dei periodi di più intensa attività e deve sapere sulle risorse umane su cui contare. Forte della chiusura del 2014, anno d’oro per la produzione di 228 mila furgoni Ducato, terzo miglior risultato di sempre, la Sevel riparte dal 7 gennaio con lo sguardo rivolto all’ulteriore crescita: già 3 i giorni di lavoro straordinario fissati a gennaio.
I sindacati studiano le lettere e meditano sulle mosse da compiere tenendo conto del fatto che nella guerra sull’assenteismo la Sevel ha già incassato il primo successo definitivo con la recente sentenza della Cassazione che ha confermato il licenziamento di un lavoratore proprio per assenteismo. E non basta. Ci sono denunce, ci sono indagini e ci sono processi in corso, in primo o secondo grado, per false malattie e falsi permessi sulla legge 104 con indagini eseguite da investigatori privati armati di telecamere e macchinette fotografiche. Sei sono i dipendenti già rinviati a giudizio, o che hanno patteggiato la pena, altri tredici sono indagati o denunciati. C’era chi, secondo le indagini della Procura, pur risultando malato, oppure in permesso per assistere i genitori malati, era invece impegnato a ballare, a giocare a calcio, in campagna a far legna, gestire bar. I video delle loro performaces poi sono stati proiettati pure sugli schermi aziendali. L’azienda ha dato una stretta speciale sulla legge 104, la richiesta di permessi ora va comunicata un mese prima. D’altra parte le assenze per malattia sono salite nel primo trimestre 2014 dal 5,2% al 6,3.