PESCARA «L'azienda unica dei trasporti è un’opportunità per tutto il sistema del trasporto pubblico locale. Anche per le aziende private». Il sottosegretario alla presidenza della Regione Camillo D’Alessandro, delegato dal governatore D’Alfonso a seguire la fusione delle tre società regionali Arpa, Sangrinata e Gtm, replica così a chi, come il presidente delle autolinee Baltour Agostino Ballone, avanza dubbi sull’operazione, definendola «monopolista» e «fuori dalle regole di mercato» (leggi l'articolo).
È così Consigliere D’Alessandro? La Regione era e resta il monopolista del trasporto pubblico locale?
«I privati non potevano pretendere che Regione Abruzzo portasse a fallimento le tre società, oppure che le svendesse. Quelle tre società, nella loro storia, oltre a rappresentare un patrimonio di professionalità, sono un patrimonio sul quale hanno investito i cittadini abruzzesi. Non potevano certo mandarlo in fumo o ai saldi. Detto questo il mondo è cambiato...»
Proprio quello che sostiene Ballone quando vi accusa di restare monopolisti.
«Non si può sostenere per nessuna ragione al mondo che questa è un’operazione da monopolio. Intanto perché la nuova società trasferisce in sè tutto cio che è già gestito dalle tre società singole, senza aggiungere un solo chilometro, ma si attrezza al proprio interno per realizzare efficienze e per fare in modo che non siano i contribuenti e sanare eventuali buchi di bilancio».
Torniamo al mondo che è cambiato...
«Nel passato pubblico e privato lavoravano senza gare, oggi c’è l’obbligo di farle e prima o poi si faranno. Noi come sistema Abruzzo dobbiamo arrivare nella condizione di vincerle in casa e con l’ambizione di vincerle anche fuori casa. Ai privati si apre la possibilità di partecipare al capitale della nuova società di trasporto, con una formula statutaria che consenta una governance condivisa. Non ci sarà cioè il privato che mette i soldi e il pubblico che comanda; i privati parteciperanno anche alla direzione e alla conduzione aziendale».
Queste regole le avete già scritte?
«Quando si farà la cessione delle quote ai privati, pensiamo attraverso un avviso pubblico, lì si fisseranno le regole».
C’è un partner al quale guardate con interesse? «Noi auspichiamo che le aziende abruzzesi di trasporto si mettano insieme in consorzio e diventino soci dell'azienda regionale unica».
C’è la questione del bacino da mettere a gara. Sarà un bacino unico regionale o quattro bacini provinciali? I privati, soprattutto i più piccoli, temono il bacino unico.
«La questione dei bacini preme ai privati, perché ritengono di avere meno possibilità di aggiudicarsi il servizio se il bacino è unico. Noi siamo per il bacino unico perché ha grandi potenzialità se si immagina quella integrazione ferro-gomma che solo noi possiamo garantire».
Quando prenderete la decisione?
«Il tempo ci consente una discussione ampia. Abbiamo il 2019 come termine ultimo ma potremmo decidere prima. Quello che voglio dire è che non lasceremo nessuno solo.Che siano uno o più bacini, ci consorzieremo con i privati e insieme arriveremo all'affidamento del servizio. Questa è una grande sfida per tutto il sistema abruzzese dei trasporti. E, ripeto, anche per i privati. A questo proposito li invito a riflettere sul fatto che in Abruzzo ci sono ben 50 operatori privati ai quali si aggiungono altre aziende locali. La situazione prima della fusione era quella di un sistema pubblico mai razionalizzato e di un sistema privato polverizzato in micro attività con straordinarie professionalità che non vogliamo vengano dissolte. È questo il nodo del problema. E se posso aggiungere, in questa operazione c’è anche un dovere finale da parte della coalizione che governa la Regione. Ci eravamo presentati con un programma che prevedeva la fusione delle tre società regionali di trasporto, abbiamo rispettato l’impegno e l’abbiamo fatta entro sei mesi come promesso». Nessuna dietrologia possibile quindi sulla «fretta», nessun «bilancio da salvare», fa capire D’Alessandro.