ROMA Una più attenta selezione delle visite di controllo, grazie al ricorso a strumenti tecnologici come il data mining e le valigette informatiche. Sono queste le armi a disposizione dell’Inps per la propria attività di controllo che, però, risente in maniera decisa degli effetti della spending review. Il data mining, letteralmente “estrazione di dati”, è un sistema attraverso il quale la scelta di chi sottoporre a visita di controllo viene guidata da un sistema informatico esperto, allo scopo di garantire oggettività, conservazione e riproducibilità delle scelte effettuate. Le valigette informatiche, invece, sono in dotazione ai medici di controllo e servono alla redazione, già presso il domicilio del lavoratore, del verbale informatico che viene trasmesso, in tempo reale, ai database dell’Inps stessa, che così ha nell’immediata disponibilità il verbale stesso. A questi si unisce un nuovo sistema applicativo, S.A.Vi.O, che consente di ottimizzare l’assegnazione delle visite ai medici, assegnandone un numero minimo per ogni sede, tenendo anche conto dei parametri per la individuazione dei singoli controlli. Armi efficienti, che però rischiano di venire spuntate dai tagli della spending review. Nell’indagine conoscitiva della Commissione Affari Sociali della Camera emerge che le risorse destinate alle visite mediche d’ufficio dell’Inps sono passate da un budget preventivo per il 2013 di circa 50 milioni ad uno aggiornato di 22,3. Come conseguenza, i medici iscritti nelle liste dell’Istituto di previdenza hanno visto ridursi le visite loro assegnate: si è passati da circa 78.700 visite mensili del 2012 alle 5.000 del settembre 2013. Di fatto, ormai, circa l’80% delle visite condotte dall’Inps avviene su richiesta dell’azienda privata, a testimonianza della crescente difficoltà, con i tagli delle risorse a disposizione dell’istituto, di effettuare visite di propria iniziativa. Non è un caso quindi che la stessa indagine arrivi alla conclusione che «si potrebbe valutare un budget annuo complessivo e tale da coprire una quota predefinita di visite di controllo per la Pa, lasciando ad ogni amministrazione la possibilità di integrare tale quota ove risultasse necessario procedere ad un numero maggiore di controlli».