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Pescara, 24/11/2024
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08/01/2015
Il Centro
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Fumo nel bus, panico a bordo. Trasacco, sul pullman viaggiavano molti studenti. Nessun ferito, ma proteste contro l’Arpa |
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TRASACCO Il pullman si riempie di fumo e scoppia il panico tra gli studenti, che sono costretti a scendere e fare tardi a scuola. Il fatto che non ci sia stato nessun ferito non è bastato per tranquillizzare i genitori, che puntano il dito contro l’Arpa. Sono infuriati i genitori degli studenti pendolari che da Trasacco raggiungono Avezzano per frequentare gli istituti superiori. Ieri mattina, alle 7.15, l’autobus di linea è passato regolarmente e come ogni giorno si è riempito di studenti, oltre ad altre persone che viaggiano occasionalmente. All’improvviso il bus si è riempito di fumo che nel giro di qualche secondo ha reso l’aria irrespirabile. Sono stati attimi di panico quelli vissuti all’interno del pullman, tanto che l’autista, per riportare la calma tra i passeggeri li ha invitati a scender dal mezzo. Il guasto si è verificato quando il bus si trovava al nucleo industriale di Avezzano. Gli studenti, non avendo subito compreso cosa stesse accadendo, hanno chiamato subito i genitori con i cellulari. Qualcuno si è subito precipitato per riprendere i figli, per poi portarli a scuola in auto. Altri hanno atteso l’arrivo di un mezzo sostitutivo, altri ancora sono saliti su altri bus. «Paghiamo un abbonamento di 215 euro per l’abbonamento per tutto l’anno scolastico», commenta adirata una mamma, «pretendiamo che i nostri figli viaggino sun bus su cui sia fatta una regolare manutenzione. Il pullman che si è rotto è datato e non ha riscaldamento». «Si è trattato della rottura di un manicotto ed è fuoriuscito solo vapore acqueo e non altro», chiarisce il responsabile dell’ufficio stampa dell’Arpa, Aristide Ricci, «il disagio è stato minimo. L’autista si è reso conto di quanto stava accadendo e ha fatto scendere i passeggeri. Subito è arrivato un bus sostitutivo e gli studenti hanno preso anche altri mezzi, considerato che il loro pullman era un bis. Ci scusiamo comunque per il disagio».
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