PESCARA La Regione prepara il cambio all’aeroporto d’Abruzzo. Diventata in pratica l’unica azionaista della Saga, la società di gestione, e dopo aver deliberato il ripianamento delle perdite d’esercizio con l’azzeramento e quindi la ricapitalizzazione, si appresta a versare i 5milioni di euro promessi e nel frattempo crea la strada per procedere alle nomine del nuovo consiglio d’ammninistrazione fin qui presieduto da Lucio Laureti. Nel corso dell’assemblea del Cda alla quale ha partecipato il governatore Luciano D’Alfonso (con Daniele Becci in rappresentanza della Camera di Commercio), è stata approvata la modifica dello Statuto che consente alla Regione di scegliere e nominare direttamente i prossimi 5 componenti del consiglio su una rosa di nomi di «elevata attrezzatura curriculare». Non c’è tempo da perdere, ci sono in ballo i nuovi contratti con le compagnie aeree. Ma c’è da vagliare soprattutto un progetto industriale di rilancio dell’aeroporto sulla base dei prossimi 5 anni. Il 25, giorno fissato per la prossima assemblea, si dovrà già discutere di nomi e prospettive. Laureti, docente di Economia a Bari e che ha di recente preso l’incarico di vice presidente della Airiminum (prossima società di gestione dell’aeroporto di Rimini) lascerà il mandato di presidente Saga. Al suo posto in primo piano ci sono i nomi di Ivan Yakovcic, imprenditore croato, parlamentare europeo (per il quale possono tuttavia sorgere problemi di incompatibilità) e relatore della Strategia europea per la Regione Adriatico-Ionica, e di Barbara Morgante, manager di Chieti, e attualmente numero tre di Ferrovie dello Stato. Ma cosa importante sulla quale D’Alfonso ha insistitito, è che ciascun candidato dovrà presentare un progetto redditivo per l’autonomia e la sostenibilità dell’aeroporto. Come dire, la politica del “paga Pantalone” deve finire. L’obiettivo è arrivare a un milione di passeggeri l’anno (dai 600mila attuali) e abbattere così i costi di gestione da 5 milioni di euro a 3, e arrivare a uno. E poi grande apertura ai privati. «L’esempio da seguire è l’aeroporto di Pisa arrivato ad assumere un ruolo subalterno agli scali di Roma», aggunge D’Alfonso, « dobbiamo avere un aeroporto funzionale con la nuova Europa, i Balcani». E per fare questo sono state anche ipotizzate nuove rotte: Istanbul (Turchia) prima di tutto, poi Bucarest (Romania, richiesta dagli imprenditori e sede del Commissario europeo delle Politiche regionali) e più voli per la Germania, oltre ai collegamenti nazionali come Torino (richiesto da Fiat). Basta? No. Perché per la fase finanziaria , quella che dovrebbe servire da spin-off alla nuova Saga, si parla di un prestito-ponte dietro la presentazione del progetto di sostenibilità da realizzare in 5 anni. Un intervento definito dalla norma quadro approvata nell’ultimo consiglio regionale 2014 e che vincola l’anticipazione di liquidità da parte della Regione – con interessi Euribor – a un “piano industriale quinquennale e relativo piano economico”. Da realizzare ques’ultimo in sinergia con gli altri scali vicini affinché non si ripetano più rotte concomitanti e si scateni la concorrenza tra piccoli aeroporti. Un discorso apparentemente semplice.