CHIETI «Sono tranquillissimo ma so anche che purtroppo questa cosa non si risolverà presto: la prima preoccupazione è il dispiacere per chi condivide con me la vita affettiva, l'altra è stata chiamare mia mamma». Sarà anche tranquillo ma ieri Umberto Di Primio era provato dopo che la polizia gli è piombata in casa alle 6. «Non è magistratura o giustizia a orologeria, è arrivato adesso, sono sfigato, non c'è nessuna grande forza dietro che sta manovrando contro la mia rielezione però sicuramente è una cosa che dà fastidio. Io sto a disposizione dei magistrati, quando vogliono, spero il prima possibile, domattina se fosse possibile. Il mio interesse primario - aggiunge il sindaco - è fornire tutte le informazioni possibili e tutte le notizie di cui sono detentore perchè si possa fare chiarezza sulla vicenda che riguarda me e il Comune. Credo che le mie lettere parlino molto chiaramente sugli atteggiamenti istituzionali che ho avuto rispetto a questa vicenda, l'ho sempre detto: no al centro commerciale, sì se ci si fa qualcosa di diverso quindi non mi devo nascondere dietro a nessuna cosa . Non si è fatto ancora nulla perchè non è ancora tutto a posto. Dopo 7 anni dire che c'è una pressione lascia il dubbio che non ci sia stata tutta questa pressione. E' un progetto vecchio del 2007, non ho avuto nessuna utilità dal sostenerlo. Se ne trarrà beneficio ne trarrà beneficio la città, se si farà».
«NON MI DIMETTO»
Eventuali scossoni? «Credo che assisteremo al solito sciacallaggio dal quale ci difenderemo: a giudicare da quello che sta scrivendo la gente su Facebook mi sembra che ci sia, forse per conoscenza del personaggio, molta cautela, c'è qualcuno che a prescindere mi difende». Dimissioni? «Per un avviso di garanzia? C'è gente che non si è dimessa condannata. La mia vera preoccupazione - conclude Di Primio - è che da oggi a sei mesi non succederà niente, poi la proroga e non succederà niente, io nel frattempo dovrò andare a casa della gente a chiedergli di riconfermarmi come sindaco e a dire che non c'entro niente».
GLI ALTRI COMMENTI
«Sono convinto dell'assoluta estraneità di Umberto in questa vicenda e, sono altrettanto convinto, che presto sarà in grado di dimostrarlo - dicono il deputato di Fi Fabrizio Di Stefano e la senatrice di Ncd Chiavaroli. Riponiamo fiducia della Magistratura ma auspichiamo altresì una rapida chiarificazione in vista dell'imminente ed importante appuntamento elettorale di Chieti». Soddisfazione espressa dal Wwf: «Non sappiamo se il nostro esposto sia o meno uno di quelli che hanno generato l'inchiesta - sottolinea il presidente del WWF Chieti Nicoletta Di Francesco - ma questo poco conta: è importante invece che sia intervenuta la magistratura per fare chiarezza in un procedimento, quello della cementificazione di fatto di una vasta area golenale, nato male e gestito peggio».
Meno fiducia invece nelle parole di Maurizio Acerbo, Rifondazione comunista: «Anche in questo caso avevamo visto giusto. Come al solito le nostre battaglie vengono confermate da inchieste della magistratura che disvelano gli intrecci tra politica, dirigenti pubblici e affaristi». Acida anche Sara Marcozzi, consigliere regionale di Cinque Stelle. «Restiamo basiti ogni volta che leggiamo notizie di questo tenore. Basiti nonostante, in più di una occasione in passato, il M5S si è battuto contro i progetti di Megalò 2 e 3 e, innumerevoli volte ha denunciato l'importanza del tema dei rifiuti e del loro smaltimento per la salute e l'economia della comunità».