CHIETI Reazioni improntate alla cautela nella maggioranza che sostiene Di Primio, nessuno invoca ufficialmente le sue dimissioni, neanche il movimento di sinistra L'altra Chieti. Ma il sindaco è pronto a rimettere in discussione la ricandidatura dopo essere finito nell’inchiesta stralcio di Terre d’oro con la pesante ipotesi di reato di corruzione. «C'è la mia disponibilità, ma c' anche la mia amarezza e poi mi metto a disposizione del centrodestra - dice Di Primio: se il centrodestra dovesse ritenere che io non sia io il candidato ideale farei volentieri un passo indietro. Per il momento non ritengo di prendere posizione, registro invece la tantissima solidarietà personale e della gente». Dice invece Luigi Febo, vincitore delle primarie del centro sinistra: «Sono certo che il sindaco Di Primio farà chiarezza sulla sua posizione con la magistratura, ma ci piacerebbe anche che spiegasse ai cittadini la scelta di costituirsi al Tar contro il provvedimento che aveva bloccato Megalò 3. Una scelta che stride moltissimo con il piano di riqualificazione del centro storico, con il sostegno al commercio cittadino. Come si fa a sostenere un progetto di cementificazione ai margini di un fiume?». Di Primio deve dimettersi? «Io lo farei per l'immagine e per cultura personale», è il parere di Alessio Di Iorio, capogruppo del Pd che si dice sorpreso della vicenda e «convinto che la magistratura, di cui bisogna avere rispetto, farà il suo dovere».
FRATELLI D’ITALIA E UDC
Franco Di Pasquale, capogruppo di Fratelli d'Italia, è «convinto che Di Primio è innocente. L'ho visto molto sereno - dice - e non c'è motivo alcuno perché si debba dimettere». Per Mario De Lio il sindaco deve dimettersi? «Non siamo noi a decidere - risponde il capogruppo Udc. Certamente siamo solidali con lui in questo momento. Crediamo nell'operato della magistratura».
Dice di essere «innocentista» il capogruppo di Forza Italia Emiliano Vitale che trova «immotivato parlare di dimissioni del sindaco». «Spero - aggiunge - che la Magistratura acceleri l' iter per ragioni di elezioni». Per L'Altra Chieti dicono dal coordinamento cittadino (Riccardo Di Gregorio, Enrico Raimondi, Silvio Di Primio, Carmela Caiani): «Non sappiamo se il sindaco sia effettivamente colpevole, non condanniamo nessuno a priori. Ma Di Primio e la sua Giunta il 16 ottobre 2013 hanno adottato una delibera che autorizzava il Comune ad affiancare e sostenere dinanzi al Tar il ricorso della Akka Srl contro il provvedimento del Genio Civile di Pescara che aveva espresso parere negativo alla realizzazione di Megalò 3. Un atto sconsiderato e molto raro a vedersi: un Comune che appoggia gli interessi di un privato contro una decisione di un altro organo pubblico».