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Data: 10/01/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Il bonus da 80 euro non spinge i consumi. In aumento i risparmi Nei nove mesi del 2014 rapporto deficit/Pil al 3,7%

ROMA Eccoli, finalmente sono arrivati i primi effetti del bonus di 80 euro mensili in busta paga. Peccato siano completamente diversi da quelli che il governo auspicava nel momento in cui decise di utilizzare 9,5 miliardi di euro per questa misura: gli italiani che ne stanno usufruendo, infatti, preferiscono destinare alla voce risparmio il gruzzoletto. Quindi i redditi sono aumentati, ma i consumi restano al palo. E l’economia continua a non girare. Intanto peggiora, e nemmeno di poco, il rapporto deficit/Pil; mentre l’avanzo primario inizia ad erodersi. È un quadro pieno di ombre quello descritto dai dati Istat sull’andamento della finanza pubblica nel terzo trimestre 2014. Anche se dal governo gettano acqua sul fuoco. Gli 80 euro non vanno ai consumi? Nessuna sorpresa, dicono al ministero dell’Economia. «Le famiglie tendono a ricostruire lo stock di risparmio intaccato durante la crisi prima di riprendere il livello adeguato di consumi e investimenti» argomenta il ministro Padoan.
Anche la pressione fiscale, in leggera flessione nella prima parte dell’anno, ha iniziato la sua corsa verso l’alto: è infatti arrivata al 40,9%, ovvero con una crescita dello 0,9% rispetto allo stesso periodo del 2013. Solo un assaggio dell’aumento più consistente che gli italiani hanno subìto a fine 2014.
LA SFIDA DEFICIT

Partiamo dal deficit/Pil, uno dei parametri fondamentali monitorati da Bruxelles. Ebbene nel terzo trimestre quel rapporto - che non dovrebbe superare il 3% - è aumentato fino ad arrivare al 3,5% (+0,2% rispetto allo stesso periodo del 2013). Ancora più preoccupante il dato relativo ai primi nove mesi dell’anno: 3,7% (+0,3% rispetto al 2013). Nonostante ciò il governo dovrebbe riuscire a mantenere l’impegno del 3% su tutto il 2014, con un recupero dell’ultimo trimestre dell’anno. Il dato del terzo trimestre, spiega una nota del Mef, è in linea con «la struttura di entrate e spese» del periodo.
Resta in avanzo il saldo primario, ovvero la differenza tra entrate e uscite al netto degli interessi passivi: 0,8% sul Pil. Ma il risultato - comunica la nota dell’Istat- è inferiore di mezzo punto percentuale rispetto al terzo trimestre 2013. Come dire: ci stiamo mangiando un po’ alla volta l’unica merendina che avevamo in tasca.
E il bonus di 80 euro che avrebbe dovuto far resuscitare i consumi? Ha contribuito ad aumentare il reddito disponibile delle famiglie (+1,8% rispetto al trimestre precedente e +1,4% su base annua). E così, vista l’inflazione raso terra, è aumentato il potere di acquisto: +1,9% rispetto al trimestre precedente e +1,5% rispetto al terzo trimestre del 2013. Ma la maggior parte delle persone ha preferito ricostituire i risparmi e non spendere. Ancora fermi i consumi (invariati rispetto al trimestre precedente) e giù dello 0,2% gli investimenti delle imprese. Mentre la propensione al risparmio è arrivata al top dal 2009: il 10,8% con un aumento dell’1,6% rispetto al secondo trimestre del 2014 e dello 0,9% su base annua.

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