ROMA Non ci sono segnalazioni specifiche, ma la preoccupazione dei servizi americani toccherebbe anche, e forse soprattutto, Roma. A rilanciare l’allarme è stata ieri sera la televisione di stato israeliana, Canale 1, con un particolare da brividi: gli 007 statunitensi avrebbero avvertito la Santa Sede che proprio il Vaticano è il prossimo bersaglio nella lista degli obiettivi dell’Isis. Sulla stessa linea l’articolo pubblicato in mattinata dal domenicale tedesco Bild am sontagg: le intercettazioni raccolte dalla National security agency statunitense, scrive il giornale, farebbero pensare che gli attentati di Parigi siano solo il preludio di una serie di azioni che potrebbero colpire numerose città europee, tra le quali Roma.
LA PRUDENZA ITALIANA
L’intelligence italiana finora ha sempre smentito gli allarmi focalizzati sul nostro paese. Secondo i nostri 007, le ultime comunicazioni arrivate dalla Cia non parlano specificamente di Roma. E le analisi degli scorsi mesi mettevano tra gli obiettivi la Francia, seguita da Gran Bretagna e Spagna. Il sottosegretario con delega all’intelligence Marco Minniti ha sintetizzato la posizione in un’intervista ieri a In mezz’ora: «Gli allerta si distinguono, dal meno grave al più grave, in “possibile”, “probabile” e “potenziale preciso”. Noi al momento non abbiamo segnali di questo terzo livello e i nostri sforzi sono tesi ad evitare ed eventualmente eliminare questo tipo di rischi». Tra gli analisti c’è anche chi sostiene che il servizio mandato in onda dalla televisione israeliana potrebbe rispondere a una logica politica da parte di Tel Aviv, interessata a rafforzare il fronte unico con l’Europa e con Roma. «L'immagine della bandiera nera dell'autoproclamato Stato islamico apparsa in piazza San Pietro non rappresenta solo una minaccia simbolica e non è rivolta solo all'Italia», ha detto Alfano da Parigi.
Questo non vuol dire, ammettono gli addetti ai lavori, negare che il tema esista. Anche perché la Città santa è citata praticamente in tutti i discorsi dell’Isis contro l’Occidente. Oltre all’ultimo video postato su youtube in cui si parla della conquista di Roma, più volte è circolata la foto di San Pietro sormontato dalla bandiera nera. E a novembre Al Bagdadi aveva diffuso la sua promessa: «La marcia dei mujaheddin continuerà finché non arriveremo a Roma». La questura della Capitale, per quanto possibile, ha ulteriormente alzato i livelli di sicurezza: già all’Angelus di ieri mattina lo schieramento di polizia era visibilmente più consistente.
IL DIPARTIMENTO DI STATO
La Bild nel suo articolo specifica che secondo la Nsa americana «Commandos terroristici costituiti da 4 unità sarebbero diretti in Europa, talvolta camuffati come rifugiati». E al di là delle informazioni ufficiose circolate in queste ore, è un fatto che venerdì scorso il Dipartimento di Stato abbia diffuso un «security alert» rivolto ai cittadini americani centrato non solo sulla Francia ma sull’intera Europa occidentale. Persino il capo del MI5 inglese Andrew Parker giovedì ha tenuto un breve discorso pubblico (molto raro nel protocollo anglosassone) chiarendo che il testo era stato scritto prima dell’attentato di Parigi: «Un gruppo di terroristi di al Qaeda siriani sta pianificando attentati di massa contro l’occidente che potrebbero causare numerose perdite di vite umana, colpendo il sistema di trasporto o obiettivi simbolici - ha detto, chiedendo maggiori poteri di accesso alle comunicazioni via web - i luoghi oscuri da cui queste persone possono pianificare i loro attacchi stanno crescendo».