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Pescara, 24/11/2024
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Data: 11/01/2015
Testata giornalistica: Il Centro
Brucchi, subito la verifica poi il taglio degli assessori. Il Pd strizza l’occhio al gruppo di Di Dalmazio, che esclude però di passare all’opposizione.

TERAMO Il sasso lanciato nello stagno dal gruppo di maggioranza legato a Mauro Di Dalmazio è stato lanciato, ed è bastato a scatenare lo tsunami politico che ci si aspettava. E in attesa di capire quale forma assumeranno le ricadute nella verifica di giunta che il sindaco stesso ha fatto intuire di voler anticipare, il giorno successivo il principale regista politico è rimasto in silenzio. Così un sornione Di Dalmazio ha preferito non rilasciare dichiarazioni così come anche l’altro co- protagonista occulto dello scacchiere, ovvero Paolo Gatti. Non sono mancati invece i commenti bipartisan da parte degli altri schieramenti. Da un lato il Pd e una gongolante Manola Di Pasquale, che ha invitato il gruppo “dalmata” a dare seguito alla provocazione rinunciando all’assessorato per coerenza ma non ha rinunciato a strizzare un occhio alle manovre di Puglia e Campana, offrendo una sponda per intavolare un dialogo. «Perché no?», ha detto Di Pasquale, forse anche lei convinta di un avvicinamento di Di Dalmazio a D’Alfonso come sussurrano le indiscrezioni. Angelo Puglia ha declinato l’offerta: «Il nostro era un documento finalizzato a ridare slancio all’attività dell’ammininistrazione di cui ci sentiamo ancora parte, non siamo in vendita ed escludo passaggi all’opposizione che è il posto dove i cittadini hanno relegato la Di Pasquale». Per il segretario comunale del Pd invece la crisi politica del sindaco Brucchi arriva da lontano: «E’ iniziata la sera del ballottaggio» ha detto Maurizio Angelotti, «quando è stato chiaro che Brucchi era tenuto a galla solo dalla propulsione dei suoi grandi elettori. Da quel giorno l'azione amministrativa è stata perlomeno balbettante toccando un momento drammatico il giorno dell'elezione del presidente del consiglio Milton Di Sabatino: figura mal digerita che sta arrivando, visto il suo modus operandi, al giusto capolinea». Presumibile intuire da questo passaggio che una nuova proposta di sfiducia contro Di Sabatino può contare sia sugli otto consiglieri già firmatari che sul voto della minoranza. Intanto, mentre gli esponenti del Nuovo Centro destra minimizzano l’attacco dei consiglieri dalmaziani e rinnovano l’appoggio al sindaco, di sicuro la sberla di Puglia e Campana a Brucchi ha buttato il sale su altri malumori in maggioranza, ad esempio quelli di Domenico Sbraccia, Domenico Narcisi e Dodo Di Sabatino Martina. «Sconcertante che il mal di pancia arrivi dal gruppo di Di Dalmazio», dichiara Sbraccia, «che ha ottenuto un assessore con quattro deleghe importanti (Di Giovangiacomo, ndr) due consiglieri e il presidente della Team. Adesso iniziamo a parlare noi e a dire la nostra». Stempera Domenico Narcisi: «Brucchi non si tocca, è un bravo sindaco, ma ha sbagliato a non fare le scelte in prima persona. Adesso le stesse persone che gli hanno imposto la composizione della giunta gli si rivoltano contro. Un scatto di qualità della giunta non va rinviato, ma confido nell’operato del sindaco». Una dose rincarata da Di Sabatino Martina, l’altro deluso, che minaccia con forza di togliere l’appoggio al sindaco se si continua con ostinazione a percorrere «indirizzi sbagliati», l’esempio è quello della trasformazione della Team in una società totalmente pubblica che Di Sabatino contrasta ritenendo che al contrario vada privatizzata per un’oculata gestione delle spese. C’è anche chi ricorda, come ha fatto Angelo Sperandio ospite a Teleponte, che già in passato Di Dalmazio, da esponente del Partito Popolare italiano, ha offerto la testa dell’ex sindaco del centrosinistra a Gianni Chiodi. Il sindaco intanto non sembra più nelle condizioni di poter rinviare un confronto politico con la sua coalizione e la verifica di giunta (che nel conclave era stata prospettata in primavera) sarà verosimilmente anticipata con una ormai certa sforbiciata del numero di assessori. Le decisioni di questo “Carnevale politico” sono attese prima del vero Carnevale in calendario.

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