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Pescara, 24/11/2024
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Data: 14/01/2015
Testata giornalistica: Il Centro
Di Primio resta in sella grazie a... Febbo. Il sindaco indagato non fa passi indietro e mette all’angolo Pagano e Di Stefano. Ma parte l’operazione stop di Alfano. Mauro Febbo: Umberto per me resta il candidato «Non sono un politico avvoltoio»

CHIETI L’avviso di garanzia diventa per Umberto Di Primio un eccezionale spot elettorale. Il sindaco indagato centra, nel giro di una manciata di ore, il primo filotto della sua bella: incassa, in modo facile facile, il via libera da Mauro Febbo, lasciando così il centrodestra senza un candidato forte per rimpiazzarlo. Dà, subito dopo, l’incarico alla sua segreteria di convocare, per lunedì 19, la conferenza stampa per presentare ufficialmente la ricandidatura alle elezioni di maggio. Anche se quel giorno molto vicino non ci sarà l’oste, cioè Forza Italia di Fabrizio Di Stefano e Nazario Pagano. E forse neppure l’amico dell’oste, ovvero l’Udc di Andrea Buracchia. Va avanti da solo per la sua strada in salita, Di Primio, perché sa che se si arrendesse ora, facendo un passo indietro, sarebbe come ammettere le sue responsabilità nell’inchiesta sul Megalò 3. E sulle presunte promesse di denaro dell’amico e cliente di studio, Enzo Perilli, l’imprenditore che, per la procura distrettuale dell’Aquila, gli avrebbe pagato campagna elettorale e debiti in cambio del via libera all’operazione centro commerciale a due passi dal Pescara. Ma Di Primio ribalta la delicata posizione da indagato. Non la subisce, va all’attacco come un ariete mettendo a nudo i punti deboli della sua coalizione dove nessun leader ha saputo e voluto alzare il cartellino rosso. Così, ieri mattina, dall’incontro che doveva diventare la Caporetto politica del sindaco, questi è uscito da vincitore in tutti i sensi dopo aver comunicato a Febbo – mandato da lui per dargli il benservito – che «Non si tira indietro», «Che non c’è motivo per farlo», «Che si sente tranquillo», «Che non c’è nulla nei suoi confronti» e che «Dimostrerà di essere pulito». E Febbo, che non aspettava altro, gli ha risposto: prego, vada avanti lei. L’avviso di garanzia diventa un manifesto elettorale 6 per 3, più impattante persino delle lenzuola con cui uno dei competitor (leggi Di Paolo) sta tappezzando la città. L’effetto finale è quello di una coalizione chiusa all’angolo. Ma la bella non è finita. Continua a Roma. Sarà il leader Ncd Alfano a dare lo stop a Di Primio?

Parla il consigliere regionale Mauro Febbo: Umberto per me resta il candidato «Non sono un politico avvoltoio»

CHIETI «Cosa cambia per la candidatura di Di Primio? Per me assolutamente nulla: avevo ipotizzato già nel mese di luglio scorso di passare attraverso le primarie, per la prima volta nel centro destra, ed avevo dato la mia disponibilità, ma poi si è trovato un diverso accordo. Il candidato è e rimane lui, non mi presto a fare l'avvoltoio e se prima ero disposto a partecipare alle primarie oggi mi tiro indietro. Confermo a Umberto la mia amicizia, la mia stima e gli esprimo piena solidarietà. Non conosco bene i termini della indagine in corso, ma osservo che siamo ad una semplice informazione di garanzia, con situazioni tutte da verificare e dimostrare. Parlare già di colpe accertate e di processi può rispondere solo a logiche di bassa propaganda e di speculazione politica che respingo con forza», così dice Mauro Febbo nella intervista rilasciato a Tele Maia. Quindi nessuna possibilità nella coalizione di centrodestra di far ricorso al suo nome per trovare una soluzione alla situazione che si è creata. Anzi Febbo ha lanciato anche un chiaro messaggio a «dirigenti di partito che vogliono intromettersi nella vicenda: per Forza Italia di Chieti il candidato era ed è Di Primio e personalmente mi schiererò a suo fianco per affrontare una campagna elettorale resa difficile da questa brutta svolta, ma che si può vincere spiegando bene ai nostri concittadini come stanno le cose e soprattutto dimostrando la buona amministrazione fatta dal sindaco in 5 anni, pur nelle difficoltà che ha dovuto affrontare. Sulla vicenda attendo che ci siano gli sviluppi legati all’inchiesta: mi limito ad osservare che per un pubblico amministratore questi incidenti, li chiamo così, possono verificarsi, l’importante è uscirne indenni, come sono certo farà Umberto».

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