SAN VITO Dura è la vita dei pendolari dei treni. Complice una corsa cancellata senza preavviso e una stazione diventata ormai terra di nessuno, viaggiare da Pescara a Lanciano in un freddo pomeriggio di gennaio può diventare un’odissea. È quello che è successo lunedì scorso a una decina di viaggiatori, tra cui anche alcuni occasionali, dei treni della Sangritana. Ma i disagi, secondo l’esperienza dei pendolari, sono all’ordine del giorno sulle tratte ferroviarie abruzzesi. Poco prima delle 16 di lunedì, il tabellone delle partenze nella stazione di Pescara centrale è impietoso: il treno regionale delle 16,18 per Lanciano è cancellato. Visto che dopo le 14 non ci sono altre corse e che quella successiva è alle 17,30, diversi passeggeri decidono di prendere il treno delle 16,03 diretto a Vasto-San Salvo e che fa scalo a San Vito Marina. A qualcuno vengono date precise rassicurazioni sul fatto che, una volta arrivati nella stazione sanvitese, ci sarà una navetta per Lanciano centro. Ma, appena scesi dal treno intorno alle 16,40, nel piazzale davanti allo scalo sanvitese non c’è nemmeno l’ombra del bus navetta. Da quando è stato tutto automatizzato poi, nella stazione non c’è neanche personale a cui chiedere informazioni e avere indicazioni. Solo qualche foglio appeso alla bacheca, fitto di numeri a cui dare un’interpretazione. Da uno di questi, comunque, si apprende che il servizio bus per Lanciano è alle 17,15. Bisogna attendere oltre mezz’ora al freddo, poiché non c’è una sala di attesa, per un tragitto di appena 15 minuti. Qualcuno prende il telefono per farsi venire a prendere da un familiare, da un amico o da un conoscente (c’è anche chi doveva trovarsi a Lanciano a un orario stabilito per un appuntamento). In quel mentre, però, dall’altoparlante la voce annuncia l’arrivo di un treno per Lanciano al binario 6. Incoraggiata dall’annuncio, la combriccola dei pendolari raggiunge a passo svelto l’ultimo binario e si mette in attesa dell’agognato treno. Nei dieci minuti successivi lo speaker annuncia la corsa svariate volte. Eppure il dubbio serpeggia tra i viaggiatori: un treno che doveva arrivare in stazione da Teramo, identificato con lo stesso numero di quello diretto a Lanciano, è stato soppresso. Ad ogni nuovo collegamento della voce ci si aspetta l’annuncio della cancellazione della corsa. Invece no: resta sul tabellone e la voce continua a confermarla. A un certo punto i monitor si spengono. Alla loro riaccensione il treno per Lanciano ha cambiato di nuovo binario: dal 6 è tornato all’1. Così la combriccola, ormai infreddolita, scende le scale e ripercorre il tunnel sotterraneo per tornare al punto di partenza. La voce annuncia, addirittura, che il treno porta un ritardo di dieci minuti. «Allora arriva», è la speranza nei commenti dei viaggiatori. Ma anche questa si spegne poco dopo, all’arrivo di un ferroviere al quale basta fare una telefonata: il treno della Sangritana è rotto e non caricherà passeggeri. Perché continuare ad annunciarlo all’altoparlante, allora? Non resta che attendere il bus navetta delle 17,15, che arriverà a Lanciano 25 minuti dopo (e circa un’ora e quaranta minuti dopo la partenza da Pescara). «Ci hanno detto di prendere il treno precedente a quello soppresso perché avremmo trovato l’autobus per Lanciano», si lamenta una pendolare, «pago 60 euro di abbonamento ma ogni volta che viaggio devo farmi il segno della croce».