CHIETI «I lavori annunciati dal Comune ci ghettizzano dal resto della città. Non lo permetteremo». I residenti di via Custoza sono furenti e annunciano le barricate a partire da lunedì. Quando, a Madonna delle Piane, scatteranno i lavori finanziati dalle Ferrovie dello Stato con 800 mila euro per la soppressione del passaggio a livello esistente, per la realizzazione di una fermata ferroviaria della tratta Pescara-Sulmona e per la costruzione di un sottopasso ciclopedonale. Resteranno isolati dalla Tiburtina, di fatto, coloro che abitano in via Custoza costretti a raggiungere lo Scalo passando dal viadotto che costeggia l’ex Foro Boario. «Chiediamo che il sottopasso sia anche carrabile, c’era un progetto e un finanziamento acceso dalla precedente amministrazione comunale che lo prevedeva. Il sindaco», attacca Giuseppe Santarelli, portavoce dei residenti di via Custoza, «è clamorosamente venuto meno alle promesse elettorali fatte. Ce lo ricorderemo alle urne». Come a dire, in via Custoza Di Primio non prenderà molti voti. Una “minaccia” elettorale forte che fa seguito al malumore divampato nella zona dello Scalo dopo l’annuncio dell’inizio dei lavori, che si protrarranno per otto mesi, propedeutici allo smantellamento dell’attuale passaggio a livello e alla creazione di una fermata di una sorta di metropolitana di superficie chiamata ad ottimizzare la mobilità dell’ampia area urbana che insiste tra i Comuni di Chieti e Pescara. «La verità», tuona Santarelli, «è che si farà l’ennesimo favore a Pescara. Gli studenti universitari acquisteranno casa sulla costa e poi verranno a studiare nel campus. Non capiamo l’utilità di una fermata che dista meno di un chilometro dalla stazione ferroviaria di Chieti Scalo». Non basta. Chi abita in via Custoza auspicava che l’annunciato sottopasso in procinto di essere realizzato fosse anche carrabile per non isolare il rione, già gravato dalla vicinanza ingombrante delle fabbriche della vallata. «Il sindaco», riprende Santarelli, «aveva assicurato la delocalizzazione del tracciato ferroviario e, addirittura, la demolizione del vicino viadotto. La gente non ha l’anello al naso. Ora basta, siamo stanchi di essere considerati cittadini di serie B».