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Data: 15/01/2015
Testata giornalistica: Il Centro
Si rafforza “L’Aquila capoluogo” con nuove funzioni e più risorse. D’Alfonso e il sindaco Cialente presentano la legge scritta dal consigliere Pietrucci

«Il testo copre un vuoto. Ma bisogna battere gli oppositori che sono anche nella maggioranza»

L’AQUILA Nuove risorse a sostegno delle peculiarità del territorio e ampliamento delle funzioni amministrative delle amministrazioni locali. Fa leva su questo la proposta di legge “L’Aquila città capoluogo”, voluta dal consigliere regionale del Partito democratico, Pierpaolo Pietrucci e dal governatore Luciano D’Alfonso. Entrambi hanno presentato l’istanza nella sede di palazzo Silone, insieme al sindaco Massimo Cialente. Una norma volta a coprire «un vuoto normativo sulle funzioni dell’Aquila capoluogo», ha spiegato D’Alfonso. «I segnali di stagnazione dell'economia regionale risalenti alla fine degli anni novanta, sommati alle devastanti problematiche emerse con l'attuale crisi economica e agli effetti del terremoto del 2009, rappresentano le motivazioni che hanno ispirato la necessità di produrre una nuova legge regionale». Per il presidente, questa normativa «riconosce un quid in più in ragione dei servizi che svolge questa città. E' uno strumento normativo, non un atto amministrativo, con il quale ci sarà una spalmatura di risorse attraverso la programmazione». Pierpaolo Pietrucci è il principale estensore della legge, coadiuvato dai professori Fabrizio Politi e Fabrizio Marinelli dell’ateneo aquilano, oltre ai ricercatori Sabrina Altamura, Gianluca Cervale, Pietro Pulsoni e Francesca Caroccia). Il consigliere ha rimarcato quanto sia importante una legge che «ribadisca il ruolo centrale della nostra città come capoluogo di Regione, in un momento in cui sembrava che qualcuno volesse metterlo in discussione, e come cerniera tra le aree montane e quelle marittime». Un provvedimento orientato anche «a valorizzare le potenzialità turistiche di quest’area, oltre a incentivare le attività produttive». Polo amministrativo. Questa legge individua all’Aquila il polo amministrativo istituzionale della Regione, anche mediante l'attribuzione (da realizzarsi con successive leggi) al Comune di funzioni amministrative specifiche. Conferenza per L’Aquila. Inoltre, la legge prevede la creazione di uno strumento di coordinamento dell'azione degli enti coinvolti, la conferenza per L'Aquila capoluogo, attribuendole un ruolo di impulso politico e amministrativo. Alla conferenza partecipano gli assessori competenti della Regione e del Comune impegnati a valutare iniziative volte a favorire l'insediamento nella città dell'Aquila o nel suo territorio di strutture formative di protezione civile, ma anche interventi migliorativi nella gestione e prevenzione del rischio derivante da situazioni di criticità, ponendo particolare attenzione alla tutela delle categorie sociali particolarmente esposte. Vengono inoltre promosse iniziative di coordinamento fra gli operatori turistici abruzzesi, allo scopo di sviluppare un sistema di cooperazione fra i territori montani e quelli costieri. Ambiti territoriali. Il territorio aquilano viene diviso in due ambiti territoriali individuati dalla legge. Il primo comprende tutti i comuni compresi tra l'Alta Valle dell'Aterno fino alla Subequana, inclusi l'Altopiano delle Rocche e il distretto delle Terre della Baronia Carapelli (Santo Stefano di Sessanio, Castel del Monte, Calascio, Castel del Monte e Castelvecchio Calvisio, compreso il Comune di Ofena). L'altro ambito è quello formato dal Comune dell'Aquila e dai Comuni limitrofi che confinano con l'area perimetrale del Comune dell'Aquila (Barete, Barisciano, Fossa, Lucoli, Ocre, Pizzoli, Scoppito, Tornimparte e Poggio Picenze). Tempi. D’Alfonso ha parlato di una calendarizzazione a stretto giro dicendosi ottimista sui tempi di attuazione. Ma c’è da fare i conti con l’ostruzionismo da parte dell’opposizione, ma anche della stessa maggioranza. Il governatore ha parlato di «atteggiamenti pozzangheristici». Copertura finanziaria. A sostegno delle misure della legge è prevista una copertura derivante dallo 0,5% del gettito del bollo auto (circa 1 milione). Non è tantissimo, ma altri fondi verranno dalle leggi regionali di bilancio.

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