TERAMO Finiscono davanti al tribunale le presunte false revisioni agli autobus dell’Arpa, l’inchiesta che nell’ottobre del 2013 portò il pm Davide Rosati a chiedere ed ottenere una sospensione di due mesi del direttore della Motorizzazione civile di Teramo. Lo ha deciso il gup Giovanni de Rensis, che al termine dell’udienza preliminare di ieri, ha rinviato a giudizio Giancarlo Massaro, 55 anni, direttore della Motorizzazione, funzionario abilitato alle revisioni di questo genere di mezzi. L’uomo è accusato di aver certificato revisioni irregolari, fatte tutte senza l’opacimetro. Uno strumento che, secondo la procura, il codice della strada ritiene indispensabile per il controllo dei fumi di scarico. Il pm contesta sia il falso ideologico sia l’abuso d’ufficio, anche se nel provvedimento di sospensione il gip Domenico Canosa non aveva riconosciuto l’abuso, sostenendo che non fosse stata ravvisata l’intenzione del dirigente di avvantaggiare l’altra parte, cioè le aziende proprietarie dei bus. Tra queste, oltre all’Arpa, ci sono anche alcune ditte private:tutte, dunque, sono parte lesa. Oltre alla misura interdittiva per il funzionario, il gip aveva disposto il sequestro di 50 mezzi tra bus e camion. Massaro (assistito dall’avvocato Federica Benguardato) dopo il periodo di sospensione, è tornato al lavoro nel suo ufficio teramano. Nel corso dell’interrogatorio davanti al gip, quello che il codice prevede prima che il giudice decida sulla richiesta di misura interdittiva fatta dal sostituto procuratore, l’uomo si era difeso sostenendo di aver agito rispettando tutte le norme. L’inchiesta della procura, delegata agli agenti della polizia stradale di Teramo, era scattata tra marzo ed aprile2013, quando sul tavolo del pm era arrivato l’esposto firmato da un gruppo di cittadini della Cona, dove c’è il deposito Arpa. Una constatazione su tutte: le nuvole di fumo nero originate dal tubo di scappamento degli autobus. Segno, secondo i cittadini, di qualcosa di anomalo nel funzionamento dei mezzi. Da questo erano partite le indagini con gli agenti della polizia stradale che per giorni si erano appostati all’ingresso degli uffici della Motorizzazione, a Villa Tordinia. Avevano fotografato e ripreso i mezzi che uscivano revisionati: gli autobus erano s stati bloccati dagli agenti e controllati nuovamente. Sono due le presunte omissioni: il mancato utilizzo dell’opacimetro e l’illeggibilità delle targhe. I poliziotti, sostiene l’accusa, hanno accertato che nella sede della Motorizzazione molti bus venivano revisionati in meno di dieci minuti. In questi mesi i mezzi sono stati sottoposti a nuove revisioni e, solo successivamente a questo, sono stati dissequestrati. La prima udienza del processo il 3 settembre.