ROMA Se non una «scure» come l’ha definita il relatore Giorgio Pagliari, forse uno strumento un po’ più affilato per provare a mettere ordine nella giungla delle quasi ottomila società partecipate: missione che resta comunque ardua. A due settimane dall’entrata in vigore della legge di Stabilità, governo e maggioranza tornano ad intervenire su una materia che l’anno scorso era stata al centro delle attenzioni dell’allora commissario alla revisione della spesa pubblica, Carlo Cottarelli. Lo fanno rafforzando le misure che erano state inserite nel disegno di legge di riforma della pubblica amministrazione e che dovranno essere concretizzate in successivi decreti legislativi: l’idea è fissare paletti precisi (in termini di dipendenti, fatturato e risultato economico) in particolare alla possibilità degli enti locali di mantenere partecipazioni.
L’OBIETTIVO DEL PROCESSO
L’obiettivo finale del processo è una riduzione consistente del numero di queste società, da conseguire attraverso fusioni, aggregazioni ma anche privatizzazioni. A questo proposito una delle linee guida inserite nel testo è l’introduzione di «strumenti, anche contrattuali, volti a favorire la tutela dei livelli occupazionali nei processi di ristrutturazione e privatizzazione relativi agli organismi partecipati». Un altro principio della delega prevede l’avvicinamento ai criteri privatistici anche «in materia di crisi d’impresa». Viene poi ipotizzata la «possibilità di piani di rientro per le società con bilanci in disavanzo con eventuale commissariamento». Dunque a differenza di quanto avviene attualmente il piano di rientro non potrà essere gestito dall’interno della società stessa, ma verrà affidato ad un soggetto esterno. Altre novità riguardano la trasparenza, che dovrebbe essere raggiunta attraverso la pubblicazione dei dati economico-patrimoniali e degli indicatori di efficienza sulla base di modelli generali che consentano il confronto». Il testo originario viene rafforzato anche per quanto riguarda le gestione dei dipendenti: oltre a vincoli per le assunzioni e le politiche retributive, ci saranno anche norme per collegare il più possibile eventuali premi e incentivi agli obiettivi effettivamente raggiunti.
I SERVIZI LOCALI
Insieme all’articolo 14 del disegno di legge, che riguarda specificamente le partecipazioni pubbliche nelle società di capitali, viene riscritto con un altro emendamento del relatore anche il successivo 15 relativo ai servizi pubblici locali. Anche in questo caso l’intento è rendere i vincoli un po’ più stringenti. È prevista in chiave di maggiore concorrenza l’abolizione dei regimi di esclusiva, viene indicata una nuova disciplina dei regimi di proprietà e gestione delle reti e si punta anche a separare la gestione della regolazione.
Naturalmente molto dipenderà dall’effettiva scrittura dei decreti, che in ogni caso arriveranno solo tra qualche mese. Per il sottosegretario alla Pubblica amministrazione, Rughetti, che sta seguendo il provvedimento in commissione, la direzione di marcia sulle partecipate è chiara: «Ridurle e farne di meno».