«Il progetto di legge per L’Aquila capoluogo non serve a sostenere il ruolo che la città deve avere perché la città è già capoluogo. Ma per la prima volta, nonostante i numerosi e patetici tentativi del passato, si riuniscono istituzionalmente a un tavolo le componenti necessarie a fare in modo che il sostegno al territorio sia determinato dalla giurisprudenza, anche con gettiti economici». Risponde così, ecumenico ma con una punta di veleno in quel «patetici», il consigliere regionale del Pd Pierpaolo Pietrucci agli strali giunti sulla legge che ha presentato assieme al governatore, Luciano D’Alfonso, attesa alla prova del Consiglio. Dopo le critiche di Forza Italia con la nota dei consiglieri regionale Emilio Iampieri e comunale Guido Liris, altre voci critiche si sono levate sempre dal centrodestra con l’assessore provinciale Ersilia Lancia, che l’ha bollata come «guscio vuoto elettoralistico», e l’ex vice presidente del Consiglio, Giorgio De Matteis, per il quale «quei 700 mila euro stanziati bastano per una rotatoria e mezza». Ed è proprio a quest’ultimo che sembra rivolgersi Pietrucci parlando dei tentativi del passato non a buon fine.
Pietrucci si dice «piuttosto stanco di assistere al solito gioco, tutto aquilano, di criticare sommariamente chiunque faccia qualcosa, per gelosia, rancore, o impossibilità a porre rimedio alle proprie dimenticanze del passato». Pietrucci inciampa sull’inglese, «terrò audizioni con gli steakolders», che si potrebbe tradurre con gli anziani della bistecca, mentre si riferisce agli stakeholder, le parti interessate che poi sono «gli studenti superiori e universitari, la Asl, l’Università, le istituzioni culturali, i sindacati, le associazioni di categoria, gli ordini professionali e i rappresentanti delle forze politiche locali».
«Il luogo in cui discutere di questo è un luogo pubblico, ed è l’assise regionale, in cui auspico si produrranno, come so che sarà, un dibattito aperto e un confronto serrato - conclude - Vigilerò perché restino fuori dalla porta strumentalizzazioni, critiche e gelosie che nascono da evidenti e grossolane precedenti inadempienze».