SANT’EGIDIO ALLA VIBRATA Un momento di disattenzione, probabilmente, gli è costato la vita. Mirland Tatani, operaio albanese di 35 anni, residente a Civitella del Tronto, a bordo della sua auto ha tamponato l’autobus dell’Arpa fermo per far scende i passeggeri. L’impatto è stato violentissimo e il giovane è morto sul colpo per i gravissimi traumi riportati. Tutto è avvenuto alle 14,20 di ieri, quando l’autobus dell’Arpa era sulla strada provinciale 2 – che da Sant’Egidio collega a Villa Lempa – in direzione mare-monti all’altezza di Faraone di Sant’Egidio, carico soprattutto di studenti da poco usciti da scuola. E probabilmente stava tornando a casa anche Tatani, a bordo della sua Peugeot 106, nella stessa direzione. In quel punto, proprio di fronte alla locanda “I faraoni” la strada è un rettilineo con una visuale ottima. Quindi è impossibile che un automobilista, in condizioni normali, non veda un grosso mezzo dell’Arpa fermo al bordo della strada. Anche perchè le fermate sono di solito istituite in tratti sicuri delle strade. Non è chiaro come sia potuto accadere. Fra le ipotesi c’è quella di un malore del giovane albanese, oppure il fatto che si fosse distratto per qualche motivo – ad esempio per lo squillo del telefono cellulare – o infine un guasto meccanico. Fatto sta che la piccola Peugeot 106 ha tamponato l’autobus, infilandosi in parte con il cofano sotto al mezzo. Data la violenza dell’impatto sembra che l’automobile abbia frenato solo all’ultimo momento. E forse se l’autobus fosse stato in movimento – sarebbe bastata una manciata di secondi in più – lo scontro non sarebbe stato così devastante e Tatani probabilmente non avrebbe riportato traumi tanto gravi. Invece l’utilitaria ha trovato una sorta di roccia di granito contro cui finire la sua corsa. Ovviamente il tamponamento è stato terribile per i passeggeri dell’autobus, sia quelli a bordo che quelli appena scesi. Una scena a dir poco scioccante. Anche perchè l’uomo alla guida, incastrato fra il volante e il sedile, era esanime. Subito è stato chiamato il 118 per chiedere soccorsi, e dall’ospedale di Sant’Omero è partita immediatamente l’ambulanza con medico a bordo. Contemporaneamente la centrale del 118 ha avvisato i vigili del fuoco, che sono partiti dal distaccamento di Nereto, e i carabinieri della compagnia di Alba Adriatica. Ma i soccorritori, arrivati sul posto, hanno capito che non c’era più niente da fare. Il sostituto procuratore di turno, Stefano Giovagnoni, ha disposto il trasferimento della salma all’obitorio dell’ospedale di Teramo. La salma è a disposizione dell’autorità giudiziaria per una ricognizione cadaverica, poi si vedrà se sarà necessaria l’autopsia.