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Pescara, 24/11/2024
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Data: 20/01/2015
Testata giornalistica: Il Centro
Trasporto ferroviario e disservizi - Ennesima odissea sui treni. A Roma con tre ore di ritardo. I pendolari: subito i rimborsi

SULMONA I pendolari hanno avviato le pratiche per la richiesta di rimborso del viaggio-odissea dei giorni scorsi, quando hanno raggiunto la capitale con circa tre ore di ritardo. Un guasto sulla linea ferroviaria Sulmona- Roma ha fatto arrivare dopo le 13 i viaggiatori del treno regionale 2376 partito alle 8.25 dalla stazione sulmonese. All’altezza di Roviano un guasto tecnico sulla linea, che è poi perdurato per le successive 4 ore, ha imposto lo stop al treno. I passeggeri sono stati fatti scendere ad Avezzano, dove un autobus sostitutivo li ha portati prima a Mandela e poi a Tivoli. Qui a piedi hanno dovuto raggiungere la stazione ferroviaria e aspettare la coincidenza con Roma-Tiburtina. «Il treno è arrivato con ritardo alla stazione di Avezzano» racconta una giovane passeggera del convoglio «e a quel punto ci è stato detto di scendere. Non ci hanno saputo spiegare cosa stava accadendo in quel momento. Noi abbiamo subito pensato ad un guasto sulla linea. Siamo saliti in seguito sull’autobus sostitutivo che ci ha portati prima fino a Mandela e poi fino a Tivoli. Qui il bus ci ha lasciati nei pressi della stazione ferroviaria, che abbiamo dovuto raggiungere a piedi, carichi dei nostri bagagli. La prima coincidenza in ordine di tempo, dopo quattro ore e trenta minuti, ci ha portato finalmente a Roma-Tiburtina» continua la giovane «abbiamo chiesto a quel punto il rimborso del biglietto, ma ci è stato solo consegnato il modulo dei reclami». Trenitalia, intanto, fa sapere di non aver soppresso alcun treno, nonostante il guasto prolungato di quel giorno e di essere pronta a valutare i rimborsi. In genere dai 60 ai 120 minuti di ritardo del treno il biglietto viene rimborsato del 25 per cento, della metà in caso di ritardi maggiori. «E chi ci ripaga la mattinata di lavoro persa?» si domandano infuriati i pendolari della Valle Peligna «speravamo che almeno il rimborso fosse maggiore».

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