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Pescara, 24/11/2024
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Data: 20/01/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Regione Abruzzo, inizio in salita. 150 milioni di tagli. Più della metà vanno ricondotti ai vincoli della legge di stabilità. Trasporti, nel 2015 già tagliati di 10 milioni di euro

L’AQUILA Il taglio dei trasferimenti statali sfiorerà per l’Abruzzo i 150 milioni di euro nel 2015, perché a quelli previsti per le legge di stabilità (82 milioni di euro), vanno aggiunti i circa 30 milioni ancora da «smaltire» per la spending review del 2014 e ancora la spesa, non prevista, per l’assorbimento dei lavoratori delle Province: «Altri 30 milioni di euro più o meno - fa sapere l’assessore al Bilancio, Silvio Paolucci -. Una spesa che pensavamo di non dover sostenere o che comunque credevamo che lo Stato ci avrebbe compensato».
L’INCONTRO AL MINISTERO

E invece da Roma non è arrivata nessuna risorsa aggiuntiva e anzi, proprio ieri, il sottosegretario per la Semplificazione e alla Pubblica Amministrazione, Angelo Rughetti, ha detto chiaro e tondo ai quattro presidenti delle Province abruzzesi, che a Roma sono andati a bussar cassa, che «il personale delle Province, occupato nelle deleghe regionali - riferiscono Del Corvo, Di Marco, Pupillo e Di Sabatino - sarà trasferito in Regione per garantire la continuità lavorativa, precisando che in caso di inerzia o dissenso da parte della Regione sarà adottato il potere sostitutivo». Non si scappa, insomma, tanto più che il taglio per il patto di stabilità è al momento solo una previsione, con le Regioni più ricche che tendono a cambiare i parametri di distribuzione dei tagli, impostati dal governo, nel caso le Regioni non raggiungano un accordo tra loro entro la fine del mese, sulla ricchezza (cioè il prodotto interno lordo) e la popolazione.
LA SCURE PESANTE

Parametri, quelli del governo, che all’Abruzzo vanno più che bene: altre soluzioni, infatti, non potrebbero che aumentare quegli 82 milioni. Pur restando ai numeri di oggi, tuttavia, la scure sulla spesa regionale sarà pesante: «Una quarantina di milioni saranno tagliati su beni e servizi della sanità - annuncia Paolucci -: abbiamo insistito con il governo per poter intervenire su questa voce, che teoricamente non potrebbe essere tagliata, perché operare sulle entrate ordinarie o sui trasporti non sarebbe sostenibile, visto che le prime in Abruzzo, ad esempio, contano circa 380 milioni di euro, 200 dei quali impegnati per mutui e cartolarizzazioni e i secondi, i trasporti, su cui nel 2015 abbiamo già tagliato di 10 milioni di euro, hanno un trasferimento complessivo di appena 132 milioni. Ritoccare questo budget porterebbe a bloccare il servizio. La sanità invece conta in Abruzzo trasferimenti pari a 2,4 miliardi di euro».
IL RESTO DELLA LISTA

In scala, insomma, è il male minore. Altri 50 milioni di euro, poi, saranno tolti dai fondi infrastrutturali: dai Fas 2007/2013 non ancora spesi e dal Fsc 2014/2020 che deve essere ancora programmato. «Vorrà dire che anziché programmare investimenti per 500 milioni di euro nei prossimi tre anni - continua l’assessore - manterremo la cifra sui 300 milioni». All’appello mancano ancora una cinquantina di milioni da tagliare « che prenderemo qua e là - annuncia Paolucci - da fondi come l’articolo 20 per le infrastrutture sanitarie, ad esempio», lì dove ci sono, per capirsi, i 250 milioni di euro per la costruzione dei cinque nuovi ospedali abruzzesi.

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