L’AQUILA Il taglio dei trasferimenti statali sfiorerà per l’Abruzzo i 150 milioni di euro nel 2015, perché a quelli previsti per le legge di stabilità (82 milioni di euro), vanno aggiunti i circa 30 milioni ancora da «smaltire» per la spending review del 2014 e ancora la spesa, non prevista, per l’assorbimento dei lavoratori delle Province: «Altri 30 milioni di euro più o meno - fa sapere l’assessore al Bilancio, Silvio Paolucci -. Una spesa che pensavamo di non dover sostenere o che comunque credevamo che lo Stato ci avrebbe compensato».
L’INCONTRO AL MINISTERO
E invece da Roma non è arrivata nessuna risorsa aggiuntiva e anzi, proprio ieri, il sottosegretario per la Semplificazione e alla Pubblica Amministrazione, Angelo Rughetti, ha detto chiaro e tondo ai quattro presidenti delle Province abruzzesi, che a Roma sono andati a bussar cassa, che «il personale delle Province, occupato nelle deleghe regionali - riferiscono Del Corvo, Di Marco, Pupillo e Di Sabatino - sarà trasferito in Regione per garantire la continuità lavorativa, precisando che in caso di inerzia o dissenso da parte della Regione sarà adottato il potere sostitutivo». Non si scappa, insomma, tanto più che il taglio per il patto di stabilità è al momento solo una previsione, con le Regioni più ricche che tendono a cambiare i parametri di distribuzione dei tagli, impostati dal governo, nel caso le Regioni non raggiungano un accordo tra loro entro la fine del mese, sulla ricchezza (cioè il prodotto interno lordo) e la popolazione.
LA SCURE PESANTE
Parametri, quelli del governo, che all’Abruzzo vanno più che bene: altre soluzioni, infatti, non potrebbero che aumentare quegli 82 milioni. Pur restando ai numeri di oggi, tuttavia, la scure sulla spesa regionale sarà pesante: «Una quarantina di milioni saranno tagliati su beni e servizi della sanità - annuncia Paolucci -: abbiamo insistito con il governo per poter intervenire su questa voce, che teoricamente non potrebbe essere tagliata, perché operare sulle entrate ordinarie o sui trasporti non sarebbe sostenibile, visto che le prime in Abruzzo, ad esempio, contano circa 380 milioni di euro, 200 dei quali impegnati per mutui e cartolarizzazioni e i secondi, i trasporti, su cui nel 2015 abbiamo già tagliato di 10 milioni di euro, hanno un trasferimento complessivo di appena 132 milioni. Ritoccare questo budget porterebbe a bloccare il servizio. La sanità invece conta in Abruzzo trasferimenti pari a 2,4 miliardi di euro».
IL RESTO DELLA LISTA
In scala, insomma, è il male minore. Altri 50 milioni di euro, poi, saranno tolti dai fondi infrastrutturali: dai Fas 2007/2013 non ancora spesi e dal Fsc 2014/2020 che deve essere ancora programmato. «Vorrà dire che anziché programmare investimenti per 500 milioni di euro nei prossimi tre anni - continua l’assessore - manterremo la cifra sui 300 milioni». All’appello mancano ancora una cinquantina di milioni da tagliare « che prenderemo qua e là - annuncia Paolucci - da fondi come l’articolo 20 per le infrastrutture sanitarie, ad esempio», lì dove ci sono, per capirsi, i 250 milioni di euro per la costruzione dei cinque nuovi ospedali abruzzesi.