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Data: 22/01/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Il pasticcio Metro(2) - La metro mai nata rischia di costare cara. Una sentenza sfavorevole creerebbe il dissesto

Rischia di costare carissima al Comune la vicenda della metropolitana di superficie, la mai nata tramvia leggera da circa 30 milioni di euro varata nei primi anni Duemila dalla Giunta di centrodestra ed ereditata dall’attuale amministrazione di centrosinistra.
Per evitare il dissesto delle casse comunali si punta ancora alla transazione con la ditta che ha vinto l’appalto, la Cgrt, amministrata dall’imprenditore Eliseo Iannini, il terzo tentativo in pochi anni. C’è, infatti, un conto alla rovescia che scorre inesorabile e che arriverà allo zero il prossimo 25 febbraio, quando è stata fissata dinanzi al Tar un’udienza per discutere il ricorso della Cgrt che, con una richiesta di danni di 28 milioni di euro, ha impugnato la decisione di annullare la commessa da parte della Giunta comunale, avvenuta nel gennaio 2009 dopo la pronuncia della Corte di giustizia europea che aveva ravvisato difformità nell’aggiudicazione dell’appalto. Qualora soccombesse al Tar, l’amministrazione potrebbe dover riconoscere all’impresa un risarcimento-record, capace di spedirla in default. Per scongiurare questo drammatico scenario sono in corso febbrili summit tra i vertici municipali. Nell’ultima, nei giorni scorsi, si sono riuniti l’attuale responsabile unico del procedimento, Carlo Cafaggi, il vice sindaco del capoluogo, Nicola Trifuoggi, il segretario generale nonché titolare ad interim dell’ufficio speciale per la ricostruzione (Usra), Carlo Pirozzolo, l’avvocato del Comune, Domenico De Nardis, e i dirigenti del settore Ricostruzione, Enrica De Paulis, e Risorse finanziarie, Fabrizio Giannangeli. Il primo tentativo di transazione risale al febbraio 2012, con una prima richiesta di Iannini, secondo quanto si è appreso, di 7,5 milioni di euro, non sfociata però in un’intesa perché forse considerata troppo esosa. Anche una seconda trattativa avvenuta nei mesi successivi, è rimasta disattesa.
Il 24 maggio 2013, la Giunta comunale ha deliberato di definire la vicenda con una transazione «nel superiore interesse della città. Inoltre, con lo stesso provvedimento al rup Cafaggi è stato concesso «il supporto di soggetti dotati di alta professionalità multidisciplinare», insomma dei consulenti. Sono stati investiti del compito l’avvocato abruzzese di fama nazionale Vincenzo Cerulli Irelli e l’ex provveditore interregionale Lazio Abruzzo Sardegna, Donato Carlea: il primo per la visione amministrativo-contabile, il secondo per quella tecnica. L’ultima richiesta di Iannini per chiudere la vicenda è di 8 milioni di euro che, in base a stime stilate sui bilanci della Cgrt, i costi vivi senza che si sia riusciti a portare a termine i lavori. Il Comune ci pensa su seriamente, avendo, secondo quanto trapelato da Villa Gioia, manifestato la volontà di accordo. Considerando anche che, qualora il Tar entrasse a gamba tesa in questa vicenda discutendo il ricorso, e desse ragione all’imprenditore, il risarcimento potrebbe essere molto, molto, più alto.

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