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Data: 22/01/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Sesso in cambio di case condannato l’ex assessore. Ivo D’Agostino ha patteggiato la pena di 3 anni e 3 mesi

Rischiava di impantanarsi su mille euro ma l'accordo definitivo tra le parti sul quantum del risarcimento dei danni, ovvero 500 euro in più a due donne che ne hanno ricevuti 9500 ciascuna, è stato trovato nei corridoi del Tribunale. Ivo D'Agostino, l'ex assessore comunale Udc alle politiche della casa, ha risarcito le vittime e, con le attenuanti generiche, ha patteggiato 3 anni e 3 mesi di carcere. Alle sei parti civili ha dovuto dare 47.000 euro: due assegni da 4.000 euro, due da 9.500 e due da 10.000, spese legali comprese. La pena detentiva non è sospesa ma l'ex assessore (che ha trascorso quasi 6 mesi ai domiciliari) beneficerà dell'affidamento in prova ai servizi sociali. La sentenza emessa dal gup Antonella Redaelli, per l'accusa c'era il pm Rosangela Di Stefano, ha anche disposto l'interdizione perpetua dai pubblici uffici, e dunque anche dalle cariche elettive, e ha dichiarato estinto il rapporto di lavoro fra D'Agostino e la Asl. Il caso finirà in Cassazione.
LA STORIA
L'ex assessore fu arrestato il 30 luglio 2013 con le accuse di violenza sessuale e concussione per aver preteso da cinque donne (poi salite a sette), molte straniere, rapporti sessuali in cambio della promessa di un alloggio popolare. Ieri D'Agostino era in aula, visibilmente teso, ma non ha parlato dinanzi al giudice. Fuori, alla domanda se intendesse chiedere scusa, ha risposto a bassa voce: «Io chiedere scusa a qualcuno? No. Non parlo, ha detto tutto il mio avvocato, non è il momento. Non so cosa dire perchè non c'entro niente con questa vicenda».
LA DIFESA
Ha parlato Domenico Di Terlizzi che con Amleto Carobello, pure di Trani, e il teatino Edgardo Ionata, forma il nutrito collegio difensivo. Per Di Terlizzi si è trattato di debolezza umana, e per certi aspetti anche di provocazione: il legale ha citato una registrazione audio non consegnata agli inquirenti dell'incontro fra l'ex assessore e ed una delle donne, file che era in uno dei telefonini fatti sequestrare alle vittime proprio su istanza della difesa, ed il cui contenuto racconterebbe secondo la difesa una storia diversa. «E' stato un processo irto di difficoltà e di rischi, attesa la pluralità delle persone offese - ha detto Di Terlizzi - ciò non significa che non siamo convinti che la vicenda sia stata volutamente ampliata rispetto a quella che continuiamo a dire essere solamente una debolezza umana. Su questa si sono innestate logiche che hanno voluto colpire anche il politico oltre che l'uomo e rispetto ad un quadro serio che avevamo contro abbiamo preferito non correre il rischio di un processo che poteva pervenire ad esiti più pesanti. Debolezza umana sempre che si approfitti di persone deboli». Ed ha citato, appunto, il file: «Che cosa è avvenuto è documentato da un file della persona offesa - sottolinea Di Terlizzi: sentendolo mi dite se quello è il comportamento di chi approfitta o di chi subisce delle profferte. Se una donna fa una carezza, uno può essere forte e la respinge, se è debole la accetta e ne fa un'altra. La vicenda processuale non corrisponde alla vicenda storica». Da questa brutta storia esce pulito, invece, l'ex autista di D'Agostino, Alberto Gianfreda, accusato di concorso in tentata violenza privata: assolto per non aver commesso il fatto. Soddisfatto il suo avvocato Giampiero Di Sebastiano.

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