Gentile direttore, sembra che il nostro "governatore" Luciano D'Alfonso debba essere in qualche misura al centro dell'attenzione soprattutto per una serie di mal di pancia altrui. Due episodi. Il primo, la multa per eccesso di velocità in autostrada mentre all'alba andava a Roma con l'auto di rappresentanza per un servizio molto importante per la sua regione. Embè? Ci sarebbe da dire ai moralisti un tanto al chilo. Qualcuno sostiene che un presidente di Regione abbia peccato di scarso buon senso perché ha "osato" fare ricorso al prefetto e ora al giudice di pace. Un altro embè. Sarà pure una notizia, ma mi pare che ogni tanto il nostro giornale tenda a scivolare verso lo scandalismo per questioni da niente. Non ci interessa un bel nulla, caro direttore, delle multe di D'Alfonso, faccia quello che crede, la paghi lui magari così da tacitare i vari gufetti, certo sarebbe potuto andare a Roma la sera prima in albergo, più che legittimamente, a spese della Regione, come avrebbe certamente fatto il suo predecessore, ora indagato per questo. D'Alfonso questi soldi li ha fatti risparmiare e ora c'è questa multa record che non sarebbe scandaloso far pagare alla Regione, qualora anche il giudice di pace gli dovesse dare torto perché i limiti di velocità è bene li rispettino anche i politici (ma non le scorte, che sfrecciano ovunque?...) anche quando si va di fretta per importanti ragioni istituzionali. Secondo episodio, tutto da ridere, i libri fatti da D'Alfonso sindaco per illustrare le bellezze di Pescara, i nuovi lavori pubblici, per regalarli alle delegazioni ospiti del Comune. Ora bisogna pagare il conto, ma la vecchia giunta di centrodestra ha lasciato notevoli buchi nelle casse e allora ecco la nuova polemica strillata a tutta pagina, invece di essere riferita in maniera sobria e lasciare spazio alle cose che interessano sul serio la gente, non un manipolo di moralisti da strapazzo che non allignano solo nella minoranza e costringono D 'Alfonso a fatiche supplementari per spiegare questioni minime. Ma a Pescara non c'è niente di meglio da fare? Lo sa come direbbe Totò in casi del genere, caro direttore? Ma mi facciano il piacere. G.P. Chieti
Mi iscrivo al partito dei “moralisti un tanto al chilo” per ribadire che un presidente di Regione deve rispettare tutte le norme, a partire dal Codice della strada. Si chiama “rispetto delle regole” e l’esempio è la più alta forma di autorità.