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Pescara, 24/11/2024
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Data: 24/01/2015
Testata giornalistica: Il Tempo
I romani sempre più «portoghesi». Aumenta del 40% il numero delle multe a chi non paga il biglietto di bus, metro e tram

Buon passo in avanti nella lotta all’evasione nel trasporto pubblico capitolino. Nel corso dl 2014 è aumentato del 40% il numero delle multe a chi non paga il biglietto su bus, tram e metro. Un miglioramento importante per Atac, che da quest’anno, sollecitata dall’assessorato capitolino alla Mobilità, ha dato il via a un giro di vite che punta alla drastica riduzione dell’evasione tariffaria.

IL 3,5% NON PAGA IL BIGLIETTO
Secondo quanto la relazione dell’Atac all’assessore Guido Improta nel mese di novembre, si è arrivati a più di 8.000 sanzioni contro le 5.700 di gennaio. Interessanti anche i dati totali del 2014. I controllori Atac hanno scoperto ben 65.638 violazioni, che in totale valgono circa 6,3 milioni di euro. Certo, ora il compito degli uffici di via Prenestina sarà quello di fare in modo che quei soldi arrivino tutti nelle casse della municipalizzata (cosa non facile). Atac fornisce anche il numero totale dei controlli effettuati: 1.865.123. Mettendo in relazione questo dato con le violazioni accertate, si può facilmente affermare che il 3,5% degli utenti del trasporto pubblico non paga il biglietto. L’impressione è che si possa fare di meglio, ma va dato atto che il miglioramento c’è stato. Ogni controllore prima elevava 3,5 multe al giorno, ora ne eleva 5 (dato anche qui quasi raddoppiato). La lotta all’evasione è una voce importante dell’ultimo piano industriale di Atac, che prevede anche la crescita del numero degli addetti sui bus e l’introduzione di un bigliettaio mobile, per l’acquisto del titolo di viaggio a bordo dei mezzi. Positivi anche i dati della nuova tornelleria nelle stazioni: 160mila validazioni in più al giorno sulle metropolitane, 4mila in più sulle ferrovie concesse, con l’esperimento delle vidimazioni in uscita a Conca d’Oro che fa segnare un buon +10%. Anche qui bisognerà fare meglio, perché nel 2014 i ricavi tariffari sono cresciuti solo di 2 milioni di euro (da 267 a 269 milioni).

«MIRACOLATI» DI VIA PRENESTINA
I furbetti si combattono fuori e dentro le istituzioni. Così, nel corso del 2014 ha dato ottimi risultati anche il giro di vite sui malati e sugli autisti cosiddetti «inidonei», ovvero che per colpa di qualche patologia non sono stati temporaneamente in grado di mettersi alla guida (ruolo per il quale erano stati assunti). Ebbene, gli inidonei sono scesi dai 190 di ottobre 2013 fino ai 57 di novembre 2014, con l’improvvisa guarigione di almeno 133 persone (il 70%) nell’arco dei 12 mesi. Ovviamente, sono andati a segno i controlli medici effettuati nell’ultimo anno, stretta sul personale che ha permesso anche la riduzione delle assenze per malattia del 23,5% per gli amministrativi e del 28,3% degli operativi. Proprio il personale viaggiante ora può contare anche sull’apporto di circa 160 persone ricollocate dagli uffici.

ANCORA CONTI IN ROSSO Il tanto auspicato pareggio di bilancio, tuttavia, è ancora lontano. Seppur dimezzata rispetto a quella del 2013, la perdita nell’esercizio 2014 è stata di ben 123 milioni di euro: nel 2012 era stata di 157 milioni. Sarà difficile, con questo trend, raggiungere quota 0 entro il 2016, anche se la spending review sta iniziando a dare qualche effetto: i costi operativi sono diminuiti di 48 milioni, quelli per il personale di 10 milioni e quelli per consulenze e prestazioni del 31%. Il risparmio è dovuto anche al fatto che, con i tagli ai bus di superficie, i chilometri percorsi sono scesi da 107,5 milioni a 100 milioni.

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