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Pescara, 24/11/2024
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Data: 24/01/2015
Testata giornalistica: AbruzzoWeb
Porto pescara: mini mose per frenare le sabbie e soldi per chiudere la crisi

L'AQUILA - “Finalmente abbiamo fatto un passo importante per uscire dall’emergenza permanente del dragaggio del porto di Pescara: ci sono i fondi per una barriera blocca sabbia, per una banchina ad Ortona dove smaltire a basso costo le sabbia, e per cominciare a rimuovere la diga foranea”.
Ad assicurarlo ad AbruzzoWeb è il vicesindaco del Comune di Pescara, Enzo del Vecchio, all’indomani dell’incontro assieme al presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, con il provveditore alle Opere pubbliche, Roberto Linetti, che ha assicurato l’immediata disponibilità di 800 mila euro per rimuovere, con inizio lavori previsto entro metà febbraio, altri 30 mila metri cubi di sedimenti che già stanno nuovamente ostruendo il porto.
Soldi da spendere dopo appena otto mesi dalla conclusione del precedente dragaggio, costato la bellezza di 13 milioni di euro, più due anni di polemiche per i ritardi dei lavori.
E soprattutto il provveditore ha assicurato 1,7 milioni di euro per realizzare una scogliera sottomarina davanti al porto di Pescara, per frenare la sabbia portata dalle correnti marine, e 1,2 milioni di euro per realizzare nel vicino Porto di Ortona (Chieti), una vasca di colmata, e in prospettiva una banchina, che sarà riempita proprio con le sabbie inquinate rimosse dal porto di Pescara.
“Con queste risorse certe - spiega Del Vecchio - potremo intanto rimuovere subito la sabbia dal porto, che è un intervento urgente. Ricordo infatti che la funzionalità ottimale e l’accesso delle navi più grandi, in particolare del traghetto Pescara-Spalato, sono garantite da una profondità di 6 metri, mentre se il livello si abbassa sotto i 4 metri il porto tornerà inutilizzabile. Ora siamo a profondità inferiori ai 5 metri. La capitaneria del Porto, e anche i tecnici del Provveditorato ci hanno assicurato che con gli 800 mila euro e intervenendo subito, non avremo problemi nel breve e medio periodo”.
Questo intervento resta però nell’ambito dell’emergenza, che continuerà a costare contribuenti milioni e milioni di euro, solo per gettare sabbia a mare.
Ecco dunque l’importanza per Del Vecchio delle prime opere infrastrutturali necessarie a risolvere il problema dell’insabbiamento una vota per tutte.
“La realizzazione della vasca di colmata al porto di Ortona - sottolinea infatti il vice sindaco - consentirà di smaltire le sabbie inquinate risultanti dal dragaggio del porto di Pescara, abbattendone i costi. Le sabbie inquinate non possono essere gettate in mare o utilizzate per il rinascimento delle spiagge, devono essere avviate a decontaminazione come rifiuti speciali, a costi molto elevati. In futuro potranno essere usate senza rischi di inquinamento come materiale di riempimento, a breve distanza dal porto di Pescara”.
C’è poi la realizzazione della barriera subacquea, una sorta di Mose in miniatura, infinitamente meno costoso rispetto a quello di Venezia.
Una sorta di scogliera sotterranea, che, assicurano gli ingegneri del Provveditorato, riuscirà a bloccare ingenti quantitativi di sabbia fuori dal porto e dalle rotte delle navi.
Il vero intervento risolutivo, previsto dal piano regolatore che intende potenziare l’intero porto, è però quello della rimozione della diga foranea, una inutile ed anzi dannosissima barriera che come effetto ha ottenuto l’incanalamento delle sabbie del mare dentro il porto e il rallentamento del fiume accelerando la sedimentazione da monte.
“Non sarà un intervento da potersi realizzare nell’immediato - ammette Del Vecchio - perché serve un’attenta progettazione e occorre contestualizzare la rimozione in un intervento più complessivo sull’intero porto. Comunque, abbiamo già a disposizione 3,5 milioni di euro di fondi Fas, assegnati a dicembre”.

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