CHIETI Di Primio non lo sa ma, ieri sera, la strada per la ricandidatura a sindaco è diventata in discesa. E solo una questione di giorni, tre al massimo, dopodiché anche Forza Italia riscommetterà sul sindaco uscente. Le alchimie della politica, molto spesso, ripetono all’infinito le ultime righe del Gattopardo: tutto cambia per non cambiare nulla. Un assist politico, una lettera e la prova di fedeltà della base del partito sdoganano il sindaco indagato per corruzione. Per capire cosa è accaduto ieri sera di così determinante, basta rimettere nella giusta posizione temporale tutti i tasselli di una cronaca politica che parte da Mauro Febbo. É lui che, qualche settimana fa, convoca per ieri, alle 17, una riunione nel quartier generale di Fabrizio Di Stefano, in piazza Valignani, di consiglieri e assessori forzisti. Il tema? Liste elettorali. Ma, alla luce del vertice romano di tre giorni fa tra Pagano, Matteoli e Toti, che ha fatto slittare a dopo l’elezione del nuovo presidente della Repubblica la decisione su Di Primio, l’incontro teatino si allarga al coordinatore regionale, cioè Pagano, che doveva essere presente insieme alla coordinatrice provinciale Tiziana Magnacca e al padrone di casa Di Stefano. I tre big danno forfait. Ma non è questa la sorpresa. Quella vera spunta alla 18 in punto ed ha le robuste fattezze di Di Primio che, dopo aver avvisato Febbo, si presenta nell’arena e dice di aver incontrato, in mattinata, Andrea Buracchio che, con la sua Udc si starebbe riavvicinando a lui. Poi invoca tempi celeri, non quelli imposti da Roma che andrebbero a sconfinare a febbraio. Quindi incassa il via libera dei presenti, cespugli compresi. Dagli assessori D’Ingiullo, Colantonio e Bevilacqua (la De Matteo arriva tardi) ai consiglieri Vitale e Costa e allo stesso Febbo fanno tutti il tifo per lui. Ma a decidere non tocca a loro. E nessuno dei vertici è presente né se la sente di accollarsi la rogna di scegliere. Così l’abile Di Stefano, assente in casa propria, per impegni parlamentari, fa trovare bella e pronta agli ospiti una lettera inviata a Pagano che comincia con un: «Caro Nazario» e finisce con un lapidario: «Tocca e te decidere subito, anche stasera, sia su Di Primio sia su un nome alternativo». Ma Pagano non c’è. Sentito ieri sera dal Centro, il coordinatore risponde in modo chiaro: «Chiederò a consiglieri e assessori presenti alla riunione di mettermi per iscritto il gradimento a Di Primio. Se lo faranno non ho alcun problema a informare subito Roma che lui è il candidato». Tirando le somme: Di Primio da oggi corre in discesa.