ROMA Di là dei problemi che potranno sorgere nelle economie dei paesi produttori se il prezzo del greggio resterà a lungo sotto 50 dollari il barile, per l’Italia non sono pochi i vantaggi che può trarre da questa congiuntura. Secondo l'Unione petrolifera, nel 2014 la bolletta energetica è costata al nostro Paese 11 miliardi in meno rispetto ai 45 miliardi sborsati nel 2013. Un risultato dovuto in parte al calo dei prezzi del barile e in parte alla riduzione dei consumi. Va però considerato che il crollo del barile ha inciso solo nella seconda parte dell’anno, quindi è presumile che nel 2015 - visto che il prezzo del greggio resterà per mesi attorno a 40-50 euro - il risparmio per l’Italia sarà maggiore. Difficile dire di quanto, ciò che è accaduto negli ultimi sei mesi può però aiutare a comprendere la misura. Vediamo attraverso quali vie.
La benzina. Dalla fine di giugno 2014 il prezzo alla pompa è diminuito del 15% circa: era da molto che la benzina non costava meno di 1,5 euro il litro. Non dimentichiamo che due estati fa viaggiava non lontano da 2 euro. Anche il prezzo del gasolio si è sensibilmente ridotto.
I trasporti. Meno cari di conseguenza sono anche i trasporti su gomma (in Italia la stragrande maggioranza delle merci viaggia su gomma) e quindi l’impatto deflattivo sui prezzi dei beni di largo consumo non sarà modesto. Gli ultimi cali dell'indice dei prezzi Istat sono in larga parte dovuti al calo dell'energia.
Viaggi aerei. Nel novembre 2014 l'associazione degli operatori europei degli aeroporti (Aci) ha registrato un aumento del traffico passeggeri del 5,3-5,4% in Europa e il trend è iniziato questa estate. Grazie all’ultima parte dell’anno, l’aeroporto di Fiumicino ha registrato un balzo del 10,6% su base annua ed è il più alto incremento in Europa.
Energia elettrica. Le tariffe varate dall'Autorità per l’energia relativamente al primo trimestre 2015 hanno fatto registrare un calo del 3% sul trimestre precedente proprio a causa del calo del prezzo del barile. Le tariffe del gas sono rimaste sostanzialmente invariate (-0,3%), ma il perdurare del calo dei prezzi del greggio sta determinando l'attesa per una diminuzione del 3% sulle tariffe gas del prossimo trimestre. Finora l'Authority ha calcolato un risparmio di 72 euro tra luce e gas in ragione d'anno.
Industria chimica. Si pagheranno meno tantissimi prodotti in plastica (dalle bottigliette per l'acqua alle componenti per l'auto, ai fertilizzanti, alle colle, ai rivestimenti, eccetera).
Il Pil. Più in generale il basso prezzo del petrolio combinato con un euro debole è uno stimolo per l’export e quindi per la ripresa economica. Secondo il presidente dell'Unione petrolifera Alessandro Gilotti, «per ogni 20 dollari di riduzione dei prezzi per almeno un anno il Pil italiano può crescere dello 0,5%». Anche la Confindustria stima «un guadagno di 14 miliardi annui» e un impatto dello 0,3% sul prodotto interno lordo 2015 e dello 0,5% su quello del 2016.
Euro-dollaro. C’è però il fattore cambio. Il petrolio si paga in dollari: se l'euro continuerà a perdere peso sul dollaro, le imprese esportatrici del made in Italy venderanno molto meglio le loro merci ma a noi costerà di più acquistare petrolio. E ciò potrebbe attenuare sensibilmente il vantaggio rappresentato dai bassi corsi del greggio.