Gli occhi di tutta Europa puntati su Atene. Poco meno di dieci milioni greci sono chiamati domenica a un voto destinato ad avere forti riflessi su tutta l’Ue. Protagonista assoluto è Alexis Tsipras, l’uomo che ha unito la frammentata sinistra greca in un partito, Syriza, che è il superfavorito per la vittoria (anche se i sondaggi dicono che non dovrebbe avere i numeri per governare da solo). Un leader che ha convinto gran parte dei greci, schiacciati dalla crisi economica, che il tempo dell’austerità debba finire. Uno stop ai sacrifici che però contiene anche e soprattutto il rigetto degli accordi stretti tra il suo predecessore, il conservatore di Nea Dimokratia Antonis Samaras, e i creditori internazionali. E che per questo genera preoccupazione tra i fautori europei del rigore, favorevoli a una continuazione dell’attuale fase politica.
Al voto 9,8 milioni di greci
I seggi si apriranno alle 7 ora locale (le 6 in Italia) e chiuderanno alle 19 (le 18 in Italia). Gli elettori sono 9,8 milioni. Oltre un terzo sono concentrati nella regione dell’Attica, che contiene la città di Atene. Ci sono 22 partiti in lizza. Per entrare in Parlamento c’è bisogno di prendere almeno il 3% a livello nazionale. L’incarico di formare il governo verrà dato al leader del partito che ha preso più voti. Se non ce la fa (ovvero se deve cercare alleanze, in caso abbia la maggioranza assoluta il problema non si pone) entro tre giorni, la palla passa al secondo partito e quindi al terzo. Se nessuno ci riesce, il presidente della Repubblica chiederà a tutti i partiti di formare un governo di unità nazionale. Se il premier incaricato ha abbastanza seggi (151) per governare, presterà giuramento ed entro 15 giorni si dovrà presentare in aula per ottenere la fiducia.