ATENE I sondaggi sono concordi: la sinistra di Syriza mantiene un vantaggio che va oltre i sei punti percentuali, e malgrado i suoi tentativi di alzare i toni dello scontro, il primo ministro conservatore Andònis Samaràs non sembra riuscito a recuperare consensi. Secondo i dati della società demoscopica Gpo, diffusi dal canale televisivo Mega, Syriza si assicura il 33,4% dell’intenzione di voto, il centrodestra di Nuova Democrazia il 26,7%, mentre i neonazisti di Alba Dorata si attesterebbero al 5,1%. Bisognerà attendere il responso delle urne per capire se saranno realmente la terza forza politica del Paese, dal momento che altre due partiti sono stimati al 5%: si tratta dei socialisti del Pasok e della nuova formazione centrista del Fiume, creata dal giornalista Stavros Theodorakis.
LO SBARRAMENTO
I comunisti “ortodossi” del Kke raccolgono il 4,9% dell’intenzione di voto, mentre secondo questa stima, l’ultimo partito a poter entrare in Parlamento sarebbe quello dei Greci indipendenti – del fronte anti austerità - dato al 3,5%. La neonata formazione “Movimento dei Democratici e Socialisti”, guidata dall’ex primo ministro progressista Jorgos Papandreou, rischia di non riuscire a conquistare neanche un seggio, visto che è data al 2,9%, e la soglia di sbarramento è fissata al 3%.
È chiaro che Syriza sembra essere molto vicina all’obiettivo più volte ribadito da Tsipras come precondizione necessaria per riuscire ad applicare in toto il suo programma: la maggioranza assoluta dei seggi, che è di 151 deputati, ma che per garantire una governabilità abbastanza tranquilla, deve potersi estendere sino ad almeno 155 seggi. Più è limitato il numero delle formazioni politiche che ce la faranno ad andare oltre il 3%, maggiore è il vantaggio, in termini di seggi, che la legge elettorale concede al vincitore delle elezioni.
GLI INTERROGATIVI
Uno dei maggiori interrogativi è come Alba Dorata (la formazione neonazista e xenofoba che ha cercato di sfruttare, in passato, il forte malcontento e la disperazione creati dalla crisi), uscirà da queste elezioni. ll dato puramente numerico dei sondaggi- visto che l’estrema destra, nel giugno del 2012 aveva raggiunto il 6.9% dei consensi- mostra che un indebolimento è in atto.
Ma l’approccio che si deve avere è necessariamente più ampio. Ricordando che la quasi totalità di questo gruppo dirigente tra circa un mese dovrà affrontare un processo con l’accusa di associazione a delinquere. E senza dimenticare, inoltre, che l’ormai praticamente certa vittoria di Syriza (che nel suo programma chiede la fine dell’austerità, ma rimanendo in una Europa solidale) dovrebbe rendere quasi impossibile ai neonazisti di “Chrysì Avghì” (Alba Dorata) continuare a proporsi sotto le mentite spoglie di «difensori delle vittime della crisi».
LA GERMANIA
Per quanto riguarda l’atteggiamento dell’Europa, dopo le parole concilianti di Angela Merkel, che ha dichiarato che «bisogna mostrare solidarietà alla Grecia» certa che si troverà una soluzione sui programmi di austerità, ieri Alexis Tsipras ha rivelato di aver ricevuto una telefonata certamente al di fuori del protocollo e degli schemi sinora seguiti. Si tratta della chiamata del presidente del Parlamento Europeo, il socialista tedesco Martin Schulz, il quale gli ha chiesto, tra le altre cose, «a che ora vuole ricevere, domani sera (questa sera, ndr) , la telefonata di congratulazioni per la vittoria della sinistra greca».
Un segnale importante che, secondo i più, mostra la volontà del Partito Socialista Europeo di diventare un forte interlocutore, se non il partner privilegiato, del nuovo governo ellenico e che dovrebbe aiutare a mitigare le paure di futuri “scontri frontali” tra l’esecutivo di Atene e le istituzioni europee.