«Ora parliamo di una storia allucinante e vergognosa». Così Massimo Giletti, alle 14.30, su Rai 1, introduce lo scandalo teatino delle case popolari, che ha portato alla condanna di Ivo D'Agostino. «Fosse per me - commenta - gli avrei dato 10 anni». Si chiama L'Arena, ma subito si trasforma in un ring, che vede schierato da un lato il sindaco Umberto Di Primio, e dall'altro il conduttore e gli ospiti, i giornalisti Myrta Merlino, Klaus Davi e Salvatore Tramontano e l'europarlamentare Pd Pina Picierno, con cui il sindaco battibecca. Solo Giovanni Toti, di Forza Italia, cerca di mediare. In collegamento, con il volto oscurato a raccontare la sua storia, c'è una delle 7 donne che accusarono D'Agostino. Quando chiede al sindaco chiarimenti sulla graduatoria, Di Primio la invita a parlarne in Comune, ma Giletti inciampa in una battuta discutibile sul «non andare da sola». Il sindaco si indigna e dopo annuncia: «Non ho intenzione di lasciar stare». In diretta viene ripercorsa la vicenda, con il video dell'ex assessore che davanti al tribunale cerca di sfuggire ai cronisti. E scatena l'indignazione l'intervista all'avvocato Domenico Di Terlizzi, che definisce «una debolezza umana» le accuse di violenza sessuale. Tanto che, dopo poco, telefona per dire la sua. Vero bersaglio de L'Arena, dall'inizio del collegamento, è il sindaco, criticato perché «non poteva non sapere». Ma lui si difende: «Se avessi saputo avrei denunciato» e parla di «una disgustosa vicenda». Giletti e Picierno incalzano, Di Primio accusa di «populismo», fino a che dichiara: «Sono venuto qui a difesa della mia città e delle signore. Mi scusai subito perché provai vergogna, avevo difficoltà ad andare in giro per Chieti».