Con le loro omissioni avrebbero causato per colpa grave il concreto pericolo di un disastro ferroviario, «evitato per puro caso essendosi l’impalcato crollato adagiatosi per la gran parte alla spalla del ponte senza invadere le rotaie e avendo il treno 7094 investito solamente i resti di un ponteggio provvisionale e una carriola, senza deragliare». A due anni di distanza dall’incidente che poteva costare la vita non soltanto ai pendolari del treno delle 6.24 diretti all’Aquila, ma anche agli automobilisti che si potevano trovare a passare sotto e sopra al ponte nel momento del crollo, lungo la strada che collega Sassa con Scoppito, il pm Stefano Gallo ha chiesto il rinvio a giudizio per i presunti responsabili del cedimento, a seguito delle indagini portate avanti dagli agenti della Polfer e dall’ispettorato della Asl. Ai cinque sono stati contestati i reati di delitto colposo di danno e delitto colposo di pericolo.
Si tratta di Piero Negrini, 33 anni, dell’Aquila, socio accomandatario; Fabio Negrini, 46 anni, anche lui dell’Aquila, direttore tecnico della Delta Impianti, impresa subappaltatrice dei lavori di demolizione (entrambi assistiti dall’avvocato Fabio Alessandroni); Simona Cicconi, 51 anni, dell’Aquila, direttore dei lavori della stazione appaltante Anas; Stefania Simonazzi, 42 anni, di Isernia, legale rappresentante della ditta Impresim srl di Isernia, impresa appaltatrice dei lavori; Pasquale Di Giambattista, 66 anni, di Cittareale, progettista esecutivo, coordinatore per la sicurezza per conto dell’Anas. Le maggiori contestazioni sono state sollevate nei confronti dei due Negrini accusati di aver posto in essere comportamenti imprudenti e negligenti relativamente ai lavori di taglio e messa in sicurezza della soletta del cavalcavia. Agli altri tre contestata l’omissione di segnalazione di carenze nel progetto esecutivo e di indicazioni di calcolo e carenze nel piano di sicurezza.