CHIETI Il sindaco Umberto Di Primio denuncerà Massimo Giletti. Lo scrive più o meno esplicitamente sulla sua pagina Facebook: «Non ho intenzione di lasciar stare». Il primo cittadino domenica scorsa ha accettato di collegarsi in diretta con gli studi dell’Arena, programma domenicale condotto da Giletti, per poter spiegare la sua posizione come capo di una giunta in cui l’ex assessore alle politiche abitative, Ivo D’Agostino, approfittava del suo ruolo per mercificare l’assegnazione di alloggi popolari in cambio di prestazioni sessuali. Il sindaco, dopo una discussione abbastanza accesa e confusa con gli ospiti della trasmissione, inevitabile in certi salotti, dove al di là delle battute ad effetto, spiegare è attività improbabile, alla fine ha invitato una delle sette donne, che ha accettato di raccontare in diretta la sua disavventura con D’Agostino, ad andare da lui per spiegarle quale fosse la sua posizione in graduatoria per una casa. Giletti come ogni conduttore acchiappa-audience è obbligato a fare, le ha detto: «Mi raccomando, signora, vada sempre accompagnata». Il sindaco, lì per lì, accusa il colpo e risponde pronto: «Può venire anche da sola, con me non c’è problema». Poteva finire qui. Ma poi evidentemente sentitosi offeso dall’allusione di Giletti che suona gratuita e ardita nel sottintendere alla probabilità che anche Di Primio possa costituire un “pericolo” per la donna ancora senza tetto, si sfoga su Facebook. Confortato anche dai followers che lo riempiono di elogi su come ha saputo reggere ai colpi infidi e preparati della sinistra, decide che quello che ha detto Giletti non può passare. «Sto leggendo i vostri post e i messaggi in privato, grazie. Oggi abbiamo avuto l'ennesima prova di come la sinistra affronta i problemi, offendendo e facendo becero populismo. Giletti il gran censore prima mi chiede di violare la legge dando una casa a chi non ha diritto di averla e poi mi diffama con quella frase vergognosa alla fine. Non ho intenzione di lasciar stare. Sono stufo di chi pensa di poter dire impunemente qualsiasi cosa e di poter ottenere quello che si vuole urlando». Il popolo di Facebook vicino al sindaco insorge. E sembra quasi che l’effetto D’Agostino non si stia rovesciando come lava bollente solo sul primo cittadino ma su Chieti e i suoi abitanti. E qui tra i numerosissimi commenti c’è un rigurgito di campanilismo. Qualcuno ha qualcosa da dire persino sul collegamento del sindaco dalla Rai di Pescara. Ma forse sarebbe opportuno che qualcuno ricordi a chi si è sentito offeso che il caso D’Agostino sia finito in pasto a tutti gli italiani, (e il sindaco da avvocato lo può fare), che la responsabilità penale è personale e non estensibile ai concittadini di D’Agostino. Solo lui è stato condannato a 3 anni e 3 mesi per violenza sessuale e concussione e lo sarebbe stato anche se fosse stato di Trieste. La precisazione va rivolta allo stesso Giletti e al suo tentativo, sia pure a mo’ di battuta, «Signor sindaco chiudiamo con il sorriso...» ,di estendere la probabilità di un comportamento “debole” per dirla con l’avvocato di D’Agostino, anche da parte del sindaco. E a proposito del legale di D’Agostino Domenico Di Terlizzi, anche lui le ha “prese” metaforicamente, dall’europarlamentare di Forza Italia, Giovanni Toti. Il consigliere del presidente di Fi nel sottolineare le responsabilità dell’ex assessore alle politiche della casa ne aggiunge una terza quella di aver scelto quell’avvocato dall’infelice battuta («è stata una debolezza»): «meno male che ha patteggiato, con quell’avvocato lì se andava a dibattimento prendeva l’ergastolo». Chissà se Di Terlizzi denuncerà Toti? Intanto il popolo di Facebook tra piatti prelibati, commestibili anche se non si postano, e allarmismi sull’ultimo prodotto cancerogeno, ora ha qualcosa di diverso su cui commentare. Ma per favore senza offendere le donne che siano Picierno o Santanchè.
Le reazioni in città. Zappalorto e Di Paolo: «Pessima figura per Chieti». Febo e Raimondi: no comment
Marcotullio: il sindaco ci ha messo la faccia. Di Francesco: mi viene in mente un solo aggettivo, ridicolo
CHIETI Un coro di voci dolenti e arrabbiate per la brutta figura rimediata dalla città di Chieti in vetrina nazionale nella trasmissione L’Arena di Massimo Giletti. E’ il commento di molti dei protagonisti della vita politica cittadina a cui abbiamo chiesto qual era la figura che, a loro modo di vedere, aveva fatto il sindaco Umberto Di Primio nel partecipare al seguitissimo appuntamento domenicale e se faceva bene a intraprendere azioni legali per il trattamento riservatogli nel tritacarne mediatico, soprattutto tenendo conto della chiusa finale, quando Giletti ha invitato ironicamente la signora a non recarsi sola nell’ufficio del sindaco. «Sulla figura fatta da Di Primio», dice il candidato sindaco Bruno Di Paolo, «preferisco astenermi, tanto tutti hanno visto e sentito, ma sulla figura fatta dalla città di Chieti non ho alcun dubbio: pessima. Non vorrei, però, che tutto ciò fosse frutto di un suo programma per buttarla in caciara politica allo scopo di sviare dal fallimento della sua amministrazione. Querelare Giletti? E’ suo diritto personale ma non lo faccia passare come un atto a difesa della città». A Eugenio Di Francesco, altro candidato sindaco, l’aggettivo che viene in mente è «ridicolo». «E meno male», aggiunge, «che ha detto di voler difendere le donne. Comunque le cose negative su Di Primio sono talmente tante che anche questa si perde nel mare. Querelare non ha senso. Non è questo che può salvare Chieti». A difendere il sindaco arriva Mauro Febbo: «Dal punto di vista mediatico non so dire che figura abbia fatto, non sono un esperto, ed essendo un amico e “tifoso” di Umberto chiaramente il mio giudizio è condizionato. Dal punto di vista amministrativo, però, è stato puntuale e completo. Venendo alla querela, la frase di Giletti è stata oltremodo infelice e offensiva. Sul ricorso alla carta bollata ognuno ha le proprie idee legittime». Febbo, infine, ci tiene ad aggiungere che «quello che ha fatto D’Agostino è orrendo e vomitevole, alle sette donne in primis, alla sua famiglia, a sua sorella e alla città». Abbiamo chiesto anche il parere dell’onorevole Fabrizio Di Stefano, ieri però impegnato in aula fino a tardi. Altra voce pro-Di Primio è quella del candidato sindaco di IdeAbruzzo, Donato Marcotullio, che in passato non ha perso occasione per attaccarlo. In questo caso, però, «Di Primio ha fatto una buona figura. Si è presentato e ci ha messo la faccia. Non fa bene, comunque, a querelare. Non è così che si risolvono le cose». Negativo, infine, il giudizio del segretario provinciale Pd Chiara Zappalorto, che però precisa: «Non mi interessa come ne esce il sindaco quanto come esce Chieti, ancora una volta umiliata davanti a tutt’Italia. La querela io non la farei». Voci fuori dal coro, infine, quelle del candidato sindaco Pd, Luigi Febo, e di Enrico Raimondi dell’Altra Chieti, che preferiscono non commentare non avendo visto la trasmissione.