BRUXELLES La zona euro è pronta a collaborare con il governo di Alexis Tsipras per permettere alla Grecia di rimanere nella moneta unica, ma Atene dovrà rispettare le regole su cui si fonda l'unione monetaria e continuare sul percorso di riforme avviato dall'esecutivo di Antonis Samaras. È questo, in sostanza, il messaggio che è arrivato ieri dalle principali istituzioni comunitarie e dai leader europei, dopo il trionfo di Syriza nelle elezioni legislative domenica. «Siamo aperti alla discussione, ma su una cancellazione parziale non penso che ci sia molto sostegno», ha avvertito il presidente dell'Eurogruppo, l'olandese Jeroen Dijsselbloem. «Non vedo l'ora di lavorare insieme a beneficio dei cittadini della Grecia», ha detto il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, congratulandosi con Tsipras per il successo elettorale: «Promuovere occupazione e crescita sostenibile, mentre si continua ad assicurare la responsabilità di bilancio, è una sfida comune per tutta l'Unione Europea». Anche il Fondo Monetario Internazionale «è pronto a lavorare» con il governo, ha detto la sua direttrice Christine Lagarde. Secondo il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, ci sono due messaggi che arrivano dalle elezioni greche: «Il primo è che in Europa bisogna creare più crescita e lavoro. Il secondo è che la soluzione a questi problemi deve essere europea».
TEMPI RAPIDI
Juncker ha chiesto a Tsipras di andare a Bruxelles «il più presto possibile». Un analogo invito per una visita all'Eliseo è pervenuto al premier greco dal presidente francese, François Hollande. Dijsselbloem, dopo una conversazione con il probabile futuro ministro delle Finanze di Atene, ha detto che «la nostra ambizione è che la Grecia rimanga nell'euro». Ma il presidente dell'Eurogruppo ritiene che sia «troppo presto» per entrare nel dettaglio dei negoziati e delle possibili concessioni a Tsipras. L'approccio è «pragmatico», ma prima «vogliamo sentire quali sono le loro intenzioni» sul futuro del programma di assistenza finanziaria concesso alla Grecia, ha detto Dijsselbloem, ricordando che «i problemi maggiori dell'economia greca non sono scomparsi» con le elezioni. Per Padoan, serve «una soluzione compatibile con gli equilibri esistenti e sostenibile nel tempo». Ma l'ipotesi di cancellare una parte del debito, come chiesto da Tsipras in campagna elettorale, è esclusa dai responsabili della zona euro. «La Grecia deve pagare, sono le regole del gioco», ha avvertito Benoit Coeuré, membro del board della Bce: «Non c'è spazio per azioni unilaterali». Cancellare il debito greco significherebbe «fare un regalo» da 240 miliardi a Atene, ha detto Coeuré, sottolineando che l'esposizione verso la Germania è di 60 miliardi e quella verso la Francia - analoga all'Italia - è di 40 miliardi.
«Non possiamo imporre nulla alla Grecia, ma ci sono regole e accordi», ha detto il ministro delle Finanze tedesco, Wolfang Schaeuble. «L'appartenenza alla zona euro significa che deve rispettare tutto ciò su cui ci siamo messi d'accordo insieme», ha ricordato Dijsselbloem, che prevede «colloqui difficili». A Bruxelles ha creato sorpresa la scelta di Tsipras di allearsi con i populisti di destra dei Greci Indipendenti, invece di puntare su una coalizione con il partito To Potami, considerato centrista e europeista. «Non è di buon augurio», dice una fonte. Inoltre, l'emergenza finanziaria potrebbe riprendere il sopravvento. Secondo alcune indiscrezioni, è in corso una seria fuga bancaria che sta mettendo le banche greche sotto pressione e solleva preoccupazioni dentro la Bce e il Fmi. Anche la campagna elettorale e le prime misure adottate da Tsipras rischiano di far salire il conto, destabilizzando le finanze pubbliche di Atene.
Al debutto senza cravatta «Non cambio vita né casa». Tsipras giura solo con la giacca.
ATENE L’esordio in società del ragazzo rosso diventato primo ministro sarà il 12 febbraio al consiglio dell’Unione europea a Bruxelles. Dalla sua piccola abitazione ateniese nel quartiere degradato di Kipsali al palazzo del governo ateniese dove è entrato ieri senza cravatta, fino al santuario del superpotere continentale: la parabola del piccolo grande Alexis è fulminea come lo scatto decisionista che ha mostrato da subito a vittoria appena incassata. Meno di un’ora nella sede sdrucita del partito Syriza per stringere il patto di governo con l’alleato a sorpresa, il destrorso Kommenos. E appena qualche settimana per entrate nella fossa dei leoni europei e lí per Tsipras si vedrà come andrà: farà lui la figura della belva da ammansire da parte dei compassati ma severi tutori del rigore o subito troverà la cifra di comunicazione giusta nei confronti del feroce Europotere?
IL PASSAGGIO DI CONSEGNE
La cravatta in quell’occasione probabilmente dovrà infilarsela. Ma Tsipras non l’aveva ieri quando è andato a giurare nelle mani del presidente della Repubblica. E non si metterà la cravatta, presumibilmente, neppure quando tra pochi giorni - e la scena sarà un inedito nella storia repubblicana greca - ci sarà il passaggio di consegne dal vecchio premier al nuovo. Ma il vecchio, Samaras, si farà rappresentare dal capo del suo ufficio politico in questo rito: gli brucia troppo dover cedere personalmente lo scettro al nemico. In salsa greca sarà come quando Enrico Letta ha dovuto porgere la campanella - simbolo del passaggio dei poteri a Palazzo Chigi - al subentrante Matteo Renzi e la freddezza di quella scena è stata notata da chiunque.
LA CASA
Il day after di Tsipras è stato all’insegna della fretta. Della voglia di avvertire subito il mondo che Zorba il greco è tornato. E il mondo se n’è accorto. Il profilo Facebook del neo premier è stato preso d’assalto, e lui con finta modestia e il solito sorriso stampato: «Sono così degno di curiosità?». E anche su Twitter spopola il suo nome. Anche nel cinguettio spiritoso del mitico Renzo Mattei (fake di Matteo Renzi): «Tsipras si allea con la destra. Già mi piace questo ragazzo». Mentre il vero dottor House, cioè l’attore Hugh Laurie, è tra i primi a congratularsi con il vincitore greco, e lui per ringraziare gli dedica il primo tweet dopo la vittoria: «Thank you Dr».
Nel suo primo giorno Tsipras fa di tutto, ma anche no, per restare quello che è sempre stato: un giovane leader che vuole restare tale. E allora dice agli amici che non cambierà casa, e resterà nel rione degradato di Kipseli tra pakistani e sporcizia, ma la compagna Betty - madre dei suoi due figli, donna graziosa, semplice e appartata e fidanzata con Alexis dai tempi del liceo - pare che abbia confidato ad alcune amiche che vogliono cercare casa in un altro rione, che poi guarda caso sarebbero un po’ i Parioli di Atene. Subito, per motivi di immagine, il trasloco non si potrà fare. Ma poi? Cambiare compagna di vita, come spesso avviene a chi viene colto da improvviso potere, è impensabile nel vaso di Tsipras: fino da adolescente infatti è stato il più corteggiato e il più bello della comitiva scolastica e universitaria e poi partitica ma tutti quello che lo conoscono lo definiscono un «non rimorchione».
«La mia vita - è il mood attuale del neo premier - cambierà il meno possibile». E non rinuncerà Alexis ai weekend nella casa di famiglia paterna sulle montagne dell’Epiro, tra una marea di bambini e di zii e di altri parenti, che viene descritta come un misto tra asilo nido e rifugio anti chic. Anche se, per il fatto che ha imbarcato nell’esecutivo un partito non di sinistra e perché starebbe già scegliendo un profilo non radicale ma rassicurante e moderato, il suo viene soprannominato “il governo chanel” (e l’assonanza è con Anel cioè l’acronimo del partito del nuovo amico Kommenos).
RIBELLE E REALISTA
Betty dice che non vuole diventare First Lady ma di fatto lo è già. Lui vorrebbe restare il radical sorridentone che è ma non si può più. Ed è subito diventato un altro: un ribelle (ha scelto un giuramento solo politico e non religioso) però realista. Al quale adesso - ecco un parallelismo con l’Italia e un compito gravoso per lui - dovrà trovare i voti per eleggere il presidente della Repubblica, e il mancato accordo tra i grandi elettori l’ultima volta è stato quello che ha precipitato la Grecia nel voto di queste politiche.
Un po’ è già cambiato Alexis, perché prima diceva: «Ridaremo il posto pubblico a tutti i lavoratori che sono stati licenziati». Mentre ora dice: «Riassumeremo nella pubblica amministrazione chi ne ha diritto». Correzione di linea che forse è una riprova di quanto si va dicendo in queste ore ad Atene. Ossia che Tsipras avrá probabilmente più problemi all’interno che all’estero: dove è in buona compagnia nella lotta contro l’euro e l’Europa alla tedesca.