PESCARA Le macchinette che rilasciano i biglietti sui bus della Gtm sono state scassinate nella notte tra mercoledì e giovedì. Un colpo da 1.700 euro, messo a segno nel deposito della società regionale che gestisce il trasporto pubblico nell’area metropolitana. I malviventi si sono introdotti nei locali di via Orione e hanno rubato il denaro raccolto con i ticket su 21 mezzi dei 130 complessivi di proprietà dell’azienda.
«C’è un serio problema di sicurezza», ammoniscono i rappresentanti sindacali Giancarlo De Salvia (Filt-Cgil), Angelo Leone (Faisa-Cisal) e Gabriele D’Aloisio (Ugl autoferro), «da tempo, denunciamo la mancanza di un servizio di vigilanza armato e di telecamere di sorveglianza a circuito chiuso. Abbiamo anche stipulato un accordo con il consiglio di amministrazione, ma quel patto è stato violato».
Risale al maggio scorso la decisione della Gtm, presieduta da Michele Russo, di installare le macchinette per acquistare i biglietti a bordo dei 130 autobus aziendali. Una decisione presa per agevolare gli utenti. Quello della scorsa notte è il primo furto registrato nel deposito. La cifra trafugata non è elevatissima, ma l’episodio riaccende il braccio di ferro in atto tra azienda e sindacati. «Nei mesi scorsi, la Gtm ha affidato un appalto da 20mila euro a una ditta esterna per svuotare le macchinette», denunciano i sindacati, «un servizio inutile poiché ogni sera, a turno, vengono svuotati soltanto 20 mezzi. Tutti gli altri restano nel deposito, incustoditi e con il denaro raccolto durante il giorno lasciato nelle singole apparecchiature. In più la guardia giurata, incaricata di eseguire il lavoro, inizialmente prendeva servizio a mezzanotte, mentre adesso arriva alle 6 del mattino».
I rappresentanti sindacali puntano il dito contro la politica di tagli perseuita dal presidente Russo, dal direttore generale Maximilian Di Pasquale e dal responsabile delle risorse umane Pierluigi Venditti, ai quali rimproverano «di non avere a cuore la sicurezza dei lavoratori» e di «sperperare risorse frutto delle tasse dei cittadini».
«Durante la scorsa amministrazione», spiegano De Salvia, Leone e D’Aloisio, «era stato siglato un contratto con una società che forniva un vigilante armato per fare il giro notturno del deposito a intervalli di un’ora e aveva provveduto alla sistemazione delle telecamere a circuito chiuso. Adesso, invece, c’è un solo sorvegliante davanti al cancello esterno che però non è armato e non può allontanarsi dall’ingresso». I sindacati chiedono alla Gtm di «rispettare gli accordi presi», quindi di ripristinare videosorveglianza e vigilanza armata.
«Le telecamere», avvertono, «servono a scoraggiare anche i furti nelle auto dei dipendenti parcheggiate sul piazzale della Gtm. Anni fa, un nostro collega è stato seguito e accoltellato dopo il turno di notte. Inoltre, nel deposito c’è un impianto a metano protetto soltanto da un cancello di 1,80 metri che rappresenta un problema di sicurezza per l’intero quartiere».