Aggredito, rapinato e ferito con un coltello. Notte da incubo quella di ieri per un giovane tassista del Cotape, consorzio pescarese. Contattato per telefono poco prima dell’una da due clienti, giunto in via Salara Vecchia ha avuto poco tempo per rendersi conto di essere caduto in una trappola. I due uomini, uno a volto scoperto e l’altro con il passamontagna calato sul viso, sono saliti a bordo dell’auto e subito gli hanno manifestato le loro pessime intenzioni: gli hanno ordinato di procedere per qualche decina di metri e poi con la forza, sotto la minaccia di una lama, gli hanno intimato di consegnare quanto era in suo possesso: il portafoglio con 150 euro, il telefono cellulare e anche un navigatore satellitare praticamente nuovo. Sul momento il tassista ha accennato a un minimo tentativo di reazione ma l’uomo seduto alle sue spalle gli ha scaricato addosso una serie di pugni alla testa. Non contenti della rapina messa a segno, i due criminali hanno comunque colpito il tassista con due coltellate, una alla gamba e l’altra all’addome. Prima di fuggire hanno tagliato le gomme della vettura per evitare di essere inseguiti.
L’ARRIVO DEL 113
Sanguinante e dolorante, il giovane tassista ha chiamato il 113 e sul posto è subito arrivata una Volante della Polizia, all’incrocio tra via Salara Vecchia e via Tevere. Nessuna traccia dei due rapinatori che nel frattempo si erano allontanati a piedi. Accompagnato in ospedale, al tassista sono state riscontrate e curate le due ferite da taglio e ha anche riportato traumi alla testa per i pugni ricevuti. Limitata comunque la prognosi: secondo i medici se la caverà in quindici giorni. La notizia si è diffusa rapidamente tra i colleghi, evidentemente non nuovi ad esperienze del genere, specie di notte. «Questa volta il livello di rischio è stato di molto superiore perché ci sono scappate le coltellate e per fortuna è finita bene rispetto a quel che sarebbe potuto accadere. Riccardo Di Bartolomeo, questo il nome del tassista, è un giovane arrivato in Cotape da poco tempo, risiede a Scafa ed è animato da grande voglia di fare, è un compagnone sempre pronto a scherzare con noi tutti. Sono lieto che abbia reagito bene, ma certo questa esperienza sarà di insegnamento per lui come anche per noi» ha dichiarato Tommaso Gianvittorio, presidente del consorzio Cotape. Sono 38 i tassisti in forza al Cotape e in tanti, specie la notte, hanno raccontato di aver subito aggressioni e minacce da tossici in cerca di soldi facili o da chi non aveva soldi per pagare. L’uso del coltello rivela un salto di qualità che diventa per loro un brutto campanello d’allarme». Il vicesindaco Enzo Del Vecchio ha espresso al tassista ferito «la vicinanza e solidarietà dell’amministrazione comunale per questo fatto assurdo» ha detto, auspicando che la polizia rintracci i responsabili e augurando a Di Bartolomeo una pronta guarigione.
«Ogni giorno rischiamo la vita ora video sorveglianza a bordo»
«Ci sentiamo tutti in pericolo, siamo buttati per strada a lavorare come i clochard che dormono sotto le pensiline». Ha i nervi a mille Roberto Negro, tassista ed esponente del sindacato Uritaxi, mentre dal parcheggio dela stazione centrale lancia l’allarme sicurezza della categoria. «Ci sono state - ricorda - molte altre aggressioni negli ultimi due o tre anni, compiute anche da balordi locali per rubare pochi euro. L’altra notte è andata bene, ma poteva scapparci il morto». I tassisti sono stanchi di subire violenze notturne, di andare a lavorare incrociando le dita, sperando di prendere a bordo solo brava gente, e richiamano l’attenzione delle istituzioni: «Vogliamo incontrare - annuncia Negro - Regione e Comune, perché non abbiamo più il coraggio di andare avanti così. Già siamo qui a guadagnare una miseria e poi siamo anche costretti a dover dormire in macchina, non avendo un gabbiotto in cui ripararci».
«COSTRETTI A DORMIRE IN AUTO»
In passato i tassisti disponevano di una struttura di servizio, nel piazzale antistante l’ingresso della stazione. Rimossa e mai sostituita dopo essere caduta nel degrado. D’altronde, spiegano, di notte l’esterno dello scalo ferroviario si trasforma in una terra di nessuno scarsamente presidiata: «La Polizia - racconta Guido Di Girolamo, un tassista - passa una volta sola in otto ore, mentre basterebbe la presenza di una loro macchina per fare da deterrente». Anche per questo la categoria richiede misure ben precise: «È necessario - elenca Roberto Negro - che i nostri veicoli vengano equipaggiati con impianti di videosorveglianza collegati con la questura, così da lanciare immediatamente l’allarme in caso di pericolo». E in attesa che qualcosa cambi, ai conducenti del turno di notte non resta altro che affidarsi alle preghiere: «Non mi resta - conclude Di Girolamo - che chiudermi in macchina, cercando di non aprire a nessuno, nella speranza che continui ad andarmi bene».