PESCARA - Nel Movimento 5 stelle abruzzese c'è vera meritocrazia?
Il dubbio sorge scorrendo i nomi dei 9 collaboratori a chiamata diretta, i cosiddetti portaborse, che assisteranno per tutta la legislatura i 6 consiglieri grillini, assunti grazie ai 259.832 euro l'anno di fondi pubblici che la struttura amministrativa del Consiglio regionale mette disposizione per il funzionamento del gruppo.
Nominativi e compensi sono tutti pubblicati sul sito Internet www.movimento5stelleabruzzo.it, dove, però, non è possibile, per un cittadino contribuente, scaricare e leggere i curriculum dei collaboratori, scelti, assicurano dal gruppo consiliare, attraverso una selezione interna agli attivisti del movimento basata su competenze e affidabilità.
Selezione di cui, però, non vi è traccia né documentazione, tranne che in un caso: quello dell’avvocato Fabrizio Fiaschetti, collaboratore del consigliere Pietro Smargiassi, scelto tra sette candidature e rispettivi pedigree.
Inoltre, tra i portaborse, oltre ad attivisti della prima ora e sconosciuti alle cronache politiche, ci sono anche candidati non eletti nelle varie competizioni, esponenti di associazioni da cui provengono i consiglieri grillini, persone legate da amicizia a questo o quel consigliere.
Come il tassista e sindacalista che assiste la candidata presidente della Regione Sara Marcozzi.
Tutto regolare e tutto sommato in linea con quello che fanno i partiti, che attingono a piene mani dalle cerchie ristrette di collaboratori, parenti e sodali, di candidati eletti o anche “trombati”, selezionando anche, come potrebbe avvenire dal gruppo di Forza Italia, anche nel novero di ex consiglieri regionali, come Paolo Palomba, all’Emiciclo nella passata legislatura tra le fila dell’Italia dei valori.
Proprio per questa ragione, però, ci si poteva aspettare qualcosa di più da un movimento che professa l’assoluta trasparenza, soprattutto quando si utilizzano soldi pubblici, seppur in modo discrezionale, e la democrazia diretta del web, nella scelta in primis della classe politica, o meglio dei cittadini che entrano per puro spirito di servizio nelle istituzioni al fine di “aprirle come scatole di tonno”.
Del resto, in campagna elettorale era stato più volte ribadito che anche la scelta dei portaborse sarebbe stata effettuata con una sorta di concorso aperto a tutti, mediante una selezione tra i migliori curriculum e competenze e non attingendo tra i candidati non eletti.
I 9 portaborse a “cinque stelle” guadagnano dai 1.850 euro ai 550 euro netti al mese. In 5, 1.330 euro per tredici mensilità.
Assunti attraverso un’agenzia interinale, o con collaborazione professionale a partita Iva, con contratti che non impongono dunque l’obbligo di timbrare il cartellino e orari di lavoro da rispettare, come avviene per i dipendenti regionali, o per i portaborse scelti tra i dipendenti assunti dal Consiglio, che hanno però compensi sensibilmente più alti.
Stipendi comunque niente male, visto che la media dei compensi per decine di migliaia di precari abruzzesi, in base alla rilevazione dell’Inps e dell’Università la Sapienza di Roma, non supera i 700 euro mensili e senza contributi versati, ferie pagate, assistenza medica.
Per aiutare anche i precari e disoccupati, va però detto che i grillini si sono imposti finora un taglio dei loro stipendi da 9 mila a 5 mila euro netti al mese, accumulando 135 mila euro, quattrini che dovrebbero essere destinati ad aiutare le piccole e medie imprese; ma i criteri di utilizzo non sono stati ancora stabiliti e questa mancanza blocca una erogazione che in un momento di crisi potrebbe fare molto comodo a piccoli imprenditori sempre più in difficoltà.
Nel frattempo, però, 9 posti di lavoro il Movimento 5 stelle li ha già creati per conto suo, a palazzo dell’Emiciclo. E grazie ai soldi dei contribuenti.
Collaboratore della Marcozzi è Luigi Colalongo, ex presidente della Cna Abruzzo taxi, tra i protagonisti nel 2013 della guerra tra i tassisti teatini e quelli pescaresi che operano presso l’Aeroporto d’Abruzzo. Si tratta di un amico di vecchia data della Marcozzi, da quanto appreso.
Il consigliere Domenico Pettinari ha attinto, invece, dalle fila dell’associazione Codici, Centro diritti del consumatore, di cui è stato tra i leader più attivi e mediaticamente presenti.
La scelta è caduta infatti su Fabio Di Remigio, responsabile dello Sportello interterritoriale di Codici.
E proposito di Codici, l’attuale segretario regionale, Giovanni D’Andrea, che è stato anche presidente del Consiglio della Provincia di Pescara e sindaco di Torre de’ Passeri (Pescara), ha dato un importante contributo all’elezione di Pettinari, che ha fatto il pieno di voti proprio in quel territorio.
I giovani attivisti dei meetup territoriali Giorgio Fedele, Fabia Fattore e Maria Grazia Baiocchi assistono rispettivamente i consigliere regionali Gianluca Ranieri, Leandro Bracco e Riccardo Mercante.
I cinque portaborse guadagnano netti 1.300 euro al mese per 13 mensilità. Nessuna notizia sul loro conto nel sito del movimento.
Stipendio ancora più alto poi per l’avvocato Fiaschetti, collaboratore di Smargiassi: guadagna 1.830 euro netti al mese per 13 mensilità.
Il suo curriculum è stato però in questo caso reso noto dallo stesso Smargiassi sul suo blog, nel quale si sottolinea che Fiaschetti ha “competenze specifiche nel settore del Lavori pubblici e delle consulenze aziendali”, e soprattutto che è stato “scelto in base a un curriculum (tra i sette arrivati) completamente sconosciuto a Smargiassi, non avendo alcun tipo di rapporto fiduciario con lui” e che ha dimostrato “capacità organizzative, preparazione e competenza nella redazione di documenti attinenti le attività proprie del consigliere regionale”.
Ci sono infine tre collaboratori con compensi molto più modesti e a partita Iva che si occupano di comunicazione.
Sono Roberta Marcantonio, giornalista, presente e molto puntuale soprattutto nelle sedute del Consiglio regionale, che guadagna 747 euro netti per 12 mensilità, con il ruolo di addetta stampa, candidata a Pescara alle ultime elezioni comunali, ottenendo un,ottantina di voti.
C,è poi Giordano Di Matteo, informatico di Chieti che guadagna netti circa 550 euro e si occuperà di “gestione e sviluppo della comunicazione web”.
Infine, c,è Massimo De Maio, candidato consigliere alla Regione Abruzzo per il Movimento 5 stelle, arrivato dietro all’eletto Ranieri nella circoscrizione dell’Aquila.
Ha ottenuto 1.309 voti, insufficienti per entrare in Consiglio, dove invece è entrato Ranieri, tra l’altro suo amico,che si è poi speso per la sua nomina a collaboratore.
De Maio è tra i fondatori in Italia del movimento della Decrescita felice, nel 2012 uno dei relatori agli Stati generali della Green Economy, organizzati dal ministero dell’Ambiente.
Con un compenso di 550 euro si occupa di “gestione e sviluppo della comunicazione visiva e grafica”.
In conclusione c’è da rilevare che le scelte non hanno trovato la condivisione totale di un gruppo consiliare la cui compattezza non è proprio a prova di bomba, come emerso nella votazione in Consiglio per i grandi elettori, quando il Cinque stelle ha votato l’ex capogruppo Marcozzi bocciando l’indicazione di Leandro Bracco che parte della maggioranza di centrosinistra, su proposta del presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, aveva ipotizzato.